Diario di un padre innamorato, Città Nuova Edizioni, di Marco Onofrio è un romanzo poetico attraverso il quale l’autore racconta il miracolo della paternità dal concepimento ai primi tempi di vita. Nel libro, la vita e la morte si rincorrono continuamente e vengono costantemente associate come fonte innovativa del vivere quotidiano. 

Il parto spirituale

Il miracolo della vita, per lo scrittore, rappresenta il futuro, ma anche il passato che si reincarna e ritorna. Marco Onofrio, con la nascita di Valentina diventa più adulto, un uomo nuovo e, allo stesso tempo, rivive l’infanzia, diventa bambino. “Sono stato invogliato a trascrivere le emozioni che ho provato per la nascita di nostra figlia da mia moglie, è stato il mio parto spirituale”, ha affermato lo scrittore, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus.

Le crisi sono momenti di crescita

Diario di un padre innamorato “mi ha liberato di alcune angosce primordiali”, ha confidato Onofrio. “La nascita è un evento che rimette in gioco il nostro passato, il nostro essere stati bambini e figli: è un momento di crisi e un’opportunità di grande crescita, è momento in cui viene fuori il mistero della vita.”

Vita e morte: opposti complementari

Vita e morte sono “due eventi opposti e complementari che spiegano il mistero del nostro essere. Avete presente le porte girevoli degli alberghi? La nascita e la morte sono momenti dove il visibile e l’invisibile si agganciano, in un senso si entra e dall’altro si esce dalla giostra della vita. Non solo, è anche il momento che evoca la perdita di una persona cara: la nascita porta bellezza, la morte è una chiusura che ha risonanze nel nostro futuro. Sono eventi assoluti della vita e nel momento della nascita della figlia non ho potuto non  pensare a questa circolarità”, ha affermato Marco Onofrio, poeta ed editor.

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