E’ un terribile segreto quello che nascondono le acque infernali del Lago Natron, nella Tanzania del Nord. Situato nella zona settentrionale del Paese, nello specifico presso la Rift Valley africana a 600 metri di altitudine, questo specchio d’acqua è lungo circa 50 km, largo 25 e raggiunge appena i tre metri di profondità. Tutto ciò lo renderebbe un comune lago, se non fosse per il fatto che trasforma in pietra le povere vittime che vi si immergono. Come può verificarsi un fenomeno tale?
Lago Natron: la trappola mortale per gli animali
Nessun animale riesce a sopravvivere a questo ambiente caustico: i pipistrelli e gli uccelli che toccano le acque del lago vengono trasformati in pietra, intrappolati nella posizione assunta negli ultimi momenti di vita per sempre. Il Natron, chiamato anche “lago della morte” dai locali, contiene idrato di sodio, ovvero natron, un composto naturale mortale per molti animali che rende le acque simili all’ammoniaca con un PH compreso tra 9 e 10,5 ed un a temperatura che può raggiungere i 60°C.
Cianobatteri e batteri si riproducono con una velocità simile alla fotosintesi clorofilliana e contengono un pigmento rosso da rende di questo colore il lago che assume, però variazioni tonali tendenti all’arancione nelle parti dove l’acqua è meno profonda. Quando la stagione diventa troppo calda e asciutta, il lago diventa mortale e la salinità arriva ad un livello molto alto e il PH può bruciare le ossa.
“Non ho potuto fare a meno di fotografarli. Nessuno sa per certo esattamente come muoiono – spiega Nick Brandt, il fotografo che ha realizzato il servizio fotografico sulla grande quantità di animali mummificati – ma sembra che la natura riflessiva estrema della superficie del lago li confonde e come gli uccelli si schiantano contro vetrate, loro precipitano nel lago”.
Il mistero dei fenicotteri rosa
Gli unici animali che sembrano poter appoggiarsi sulle acque del Natron sono un gruppo di 2,5 milioni di fenicotteri rosa. Attraverso uno strato protettivo che riveste, infatti, il becco e le zampe, nidificano nelle piccole isole del lago e si cibano dell’alga formata dai cianobatteri.