La battaglia alla mafia è, innanzitutto, una battaglia culturale.
Ne è convinto da sempre Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, noto volto televisivo (prima a “Le Iene” poi con il programma “Il testimone”), intervenuto alla presentazione, davanti ad una platea di studenti di alcune scuole di Roma, della seconda stagione della serie “La mafia uccide solo d’estate”, ispirata dall’omonimo e pluripremiato esordio alla regia dello stesso Pif.
“State crescendo in un Paese dove vi dicono che le cose non possono cambiare – ha detto Pif ai giovani spettatori – e invece il cambiamento è possibile. A Palermo esistono negozianti che non pagano il pizzo e che noi non abbiamo pagato il pizzo per girare. È importante dirlo e ridirlo, così come ripetere che oggi, in una serie che si prende gioco di Totò Riina, nessuno si è fatto male o è stato minacciato. Anni fa non sarebbe stato possibile. Il che significa che si può cambiare, che mentono quelli che vi dicono che nulla cambia, soprattutto in Sicilia”.
La mafia uccide solo d’estate
La storia riprenderà dove si era interrotta alla fine delle prima stagione, nel 1979, con la famiglia Giammarresi che ha deciso di rimanere a Palermo mentre si prepara quella che sarà la più sanguinosa guerra di mafia di sempre, tra i Corleonesi di Totò Riina e i ‘palermitani’ di Stefano Bontate.
Alle parole di Pif fanno eco quelle del protagonista, nei panni del capofamiglia Lorenzo, Claudio Gioè, che ritiene che la forza della serie risieda proprio nel “raccontare il punto di vista dell’uomo comune, scoprire che in quegli anni l’unica arma di difesa dal malaffare era culturale, cercare di trasmettere ai figli un senso civico e di legalità”.
Unendo racconto del quotidiano, cronaca, ironia e denuncia, “La mafia uccide solo d’estate” è, sottolinea ancora Pif, “una fiction ma anche il nostro contributo alla lotta alla mafia”.
La seconda stagione debutterà giovedì 26 aprile in prima serata su Rai1.