Uomo – società: è l’ambiente in cui viviamo che ci forma, nel bene e nel male. Gli individui, nel loro percorso di crescita, interagiscono con la famiglia, la scuola e un sistema in grado di forgiare la personalità, anche nel caso dei criminali. Ne parla Giuseppe Bruno, laureando in Psicologia Clinica, laureato in Giurisprudenza, nella sua prima tesi di laurea divenuta un saggio, dal titolo “L’innocenza perduta di un uomo criminale.”
Abbiamo voluto approfondire l’argomento a #genitorisidiventa sia con l’autore stesso, che con la sociologa Tonia Bardellino, che ha subito affermato: “Lo stesso Kurt Lewin dimostra attraverso alcune sue teorie che il nostro spazio di vita fa riferimento a ciò che vediamo, conosciamo e possiamo diventare. Quello che apprendiamo viene trasformato ed è destinato ad influenzare positivamente o negativamente le nostre condotte. Partiamo come esseri umani alla stessa stregua, sarà il vissuto a renderci buone o cattive persone.”
La funzione dell’amore
“Amare qualcuno: un fidanzato, un genitore, un insegnante, prenderlo ad esempio (ammesso che sia positivo), è uno dei modi per arginare la devianza. Non facciamo azioni che possano deludere loro. Banalizziamo il concetto di amore e relazione, ma è quell’ancoraggio che manca: il dialogo, l’esempio, sono concetti antichi svuotati del loro vero significato e fin troppo trascurati”, ha aggiunto Bardellino.
Uomo – società: la proiezione alla criminalità è collegata alla solitudine. “Tutti nasciamo innocenti, non esiste un gene che ci rende criminali, a parte il nostro sviluppo”, ha affermato Giuseppe Bruno. “L’innocenza perduta di un uomo criminale”, inizialmente tesi di laurea, divenuta saggio, ha il compito di dimostrare quanto sia forte l’impatto sociale sulla formazione del minore, e di come un individuo, che nasce innocente, durante il suo percorso di crescita, può essere condizionato a diventare criminale a causa di determinati fattori negativi incontrati durante il proprio percorso esistenziale. Tali fattori di rischio vengono esaminati dall’autore, contestualizzati nell’attuale realtà socio-culturale della nostra Comunità e riproposti in chiave resiliente, offendo uno spunto di riflessione a tutti i lettori. I destinatari di questo scritto, sono tutti gli Adulti. In quanto ogni adulto rappresenta un Educatore (genitore, docente, istruttore, insegnate di ballo ecc), che nella propria vita dovrà interagire con un minore deviante.