Aborto, Brandi (Provita): “Manifesto? Andremo al TAR contro il Comune”
Toni Brandi, presidente di Pro Vita Onlus, è tornato a parlare ai microfoni di Legge o Giustizia, condotto da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus.
Manifesto anti-aborto a Roma
In primo piano ancora il manifesto anti aborto, rimosso pochi giorni fa dal Comune di Roma: “Non ci aspettavamo tutte queste polemiche – spiega Brandi – noi abbiamo tenuto, giovedì scorso, una conferenza stampa al Senato. Per quel giorno era stato convocato anche un sit in di protesta proprio lì fuori, contro la nostra iniziativa. Alla fine non si è presentato nessuno. Due donne abortiste sono venute alla conferenza stampa, per interromperci ed insultare. Noi non abbiamo reagito perché volevamo solo informare dei rischi dell’aborto. Nessuno dice, ad esempio, che la RU486 ha ucciso quasi trenta donne. Molti chiamano questa pillola pesticida umano. Purtroppo le donne non sono informate. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che 193mila donne muoiono a causa dell’aborto”. Brandi rivendica il fatto di aver rispettato tutte le regole del Comune: “Non abbiamo utilizzato frasi o riferimenti religiosi anche se non ci vergogniamo di essere cattolici. Noi avevamo pagato, ottenendo tutte le autorizzazione del caso, per affiggere il maxi manifesto su Viale Gregori VII. La sindaca Raggi ha mandato i suoi funzionari all’azienda che ha affisso i nostri manifesti, minacciandoli di rimuovere il manifesto se non volevano perdere la licenza. Pensavo questo fosse un Paese nel quale vigeva la libertà di espressione. Hitler e Stalin erano più onesti della Raggi e per questo andremo al TAR. Questa è una tirannia, non è una democrazia. Intanto, molti Comuni ed associazioni in tutta ci stanno chiedendo questo manifesto: non ci fermeremo”.