Come le aziende usano i dati ricavati dai social network? Il Prof. Mario Risso (Unicusano) ne parla a ‘Siamo ciò che paghiamo’, trasmissione condotta da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
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Perché veniamo profilati? Come i dati vengono utilizzati dalle aziende?
Dobbiamo partire dalle nuove tecnologie che mettono a disposizione grandi quantità di dati sulle nostre abitudini, gli interessi e i desideri che possono essere tracciati attraverso l’utilizzo della rete. L’attività dei social network non è altro che fonte di informazione sui nostri comportamenti. Questo grande quantitativo di informazioni che prima non si poteva possedere, o meglio gestire educatamente, ha permesso una maggiore di profilazione.
Quali sono, invece gli aspetti positivi per le aziende e per i consumatori?
Questo grande quantitativo di dati che consente di avere un’immagine più chiara dei possibili consumatori o utilizzatori di beni e servizi che le imprese realizzano, consente alle stesse di operare con maggiore efficienza ed efficacia. Senza Big data questo può avvenire, ma con maggiori tempi e costi.
L’aspetto positivo è la possibilità delle imprese di proporre un’offerta più mirata alle effettive esigenze del consumatore che può essere così orientato nelle scelte.
Come funziona il meccanismo attuato delle imprese?
Gli approcci possono essere differenti. Le grandi imprese spesso riescono ad avere dati di un quantitativo importante a prescindere dall’utilizzo dei social e sono in grado di creare un magazzino di informazioni da cui estrarre il profilo ideale e reale dei propri consumatori in autonomia, Le medie e le piccole imprese non hanno questa capacità di innovazione tecnologica e spesso questa attività viene delegata e società che fanno ricerche di mercato, ricerche di marketing oppure database.