Jim Thorpe grande Campione polivalente e simbolo di Libertà

Gli vennero requisite le Medaglie d’Oro dei Giochi Olimpici del 1912 per il suo status di professionista

Ma Samaranch nel 1983 lo ha “ricompensato” postumo, 30 anni dopo la scomparsa

 

Una delle figure più importanti del secolo scorso è stato Jacobus Franciscus Thorpe per tutti Jim, Thorpe. Nato in una riserva indiana, a Prague, cittadina dell’Oklahoma, il 28 maggio del 1887, è stato un grande atleta prima nel football americano e poi nel baseball. Quindi si sarebbe cimentato sulla pista di Atletica.

Lui aveva i genitori che erano nati da donne amerindie: il padre era figlio di un irlandese, la madre di un francese. Quindi Jim venne allevato come un nativo americano. Col nome di Wa-Tho-Huk ossia “Sentiero lucente”.

Un nome particolare, legato al sole che illuminava il sentiero che portava alla sua capanna natia.

E frequentò la scuola indiana di Recumseh, Stato dell’Oklahoma, con il fratello gemello. Che però morì per una polmonite a soli 8 anni. Il che sconvolse Jim al punto che scappò da scuola in diverse occasioni.

Il padre lo mandò a un’altra scuola indiana del Kansas. Ma di lì a poco perse anche la Mamma, e Jim aveva solo 10 anni: bisticciava col Papà e finì per lavorare in un allevamento di cavalli.

Per fortuna nel 1904 Jim fece pace col genitore e tornò da lui. Si iscrisse alla scuola di Carlisle, Pennsylvania. Ma il ragazzo dovette abbandonare gli studi perché perse anche il padre. Lavorò in una fattoria.

Sarebbe tornato, agli studi, e iniziò la sua strada sportiva, un percorso tutto d’oro, per fortuna.

Tanto che avrebbe vinto nelle Olimpiadi del 1912 due medaglie d’oro, una nel Pentathlon e l’altra nel Decathlon.

Per arrivare a tali traguardi i sacrifici furono tantissimi. Thorpe si improvvisa saltatore in alto nel 1907 e supera l’1,85. Ma frequentava anche altre discipline: dal football americano al baseball, oltre alle specialità dell’anello dell’Atletica.

Nel 1911 gioca come running back e contro Harvard Carlisle vince 18-13 con Jim che segna tutti i punti: numeri da capogiro. La sua scuola arriva ai campionati nazionali con 25 sue mete e 198 punti firmati. In una partita esibizione Carlisle batte l’Accademia Militare degli Stati Uniti e Jim Thorpe segna una méta da 92 yarde. L’azione venne annullata per il fallo di un compagno: nell’azione dopo ne percorre 97 e si prende la sua rivincita, tra l’ammirazione generale dei presenti.

Nel 1911 e nel 1912 è eletto tra i migliori atleti dell’anno. Anche perché vince due medaglie d’oro olimpiche, come dicevamo.

Ma i bigotti regolamenti dell’epoca imposero al Comitato Olimpico Internazionale di ritirare le due medaglie d’oro per i suoi trascorsi tra i professionisti.

Lui si dedica con soddisfazione al Football Americano anche se l’Atletica gli consegna le migliori gioie sportive.

Nel 1913 Jim Thorpe si sposa Iva Miller, conosciuta a Carlisle, durante gli studi. Hanno avuto 4 figli ma poi divorziarono nel 1924. Uno dei possibili motivi di dissidio fu l’eccessivo utilizzo di alcool, seppur con un fisico da sportivo.

Nell’anno del suo primo matrimonio Jim Thorpe firma per i New York Giants giocando qualche gara da esterno, in 3 anni. Tornò con questa nota franchigia nel 1917. Ma prima di quel campionato passò ai Cincinnati Reds, per poi fare ritorno una seconda volta, nella Grande Mela, a fine stagione.

Nel 1918 qualche gara ancora a New York prima di essere scambiato con Pat Ragan passando ai Boston Braves. La sua carriera nella lega professionistica Major non fu brillantissima: 91 punti segnati e 82 battuti a casa con una media battuta del 25% in 289 gare giocate. Avrebbe proseguito in tornei meno noti fino al 1922.

Va tenuto conto che a baseball si gioca dalla Primavera all’Estate, e allora lui, nel periodo di Autunno e Inverno, si è divertito sia con l’American Professional Football Association, che nella più conosciuta NFL, senza aver vinto alcun campionato. Si ritirò dal football americano a 41 anni. Nel 2009 sarebbe stato votato come il numero 37 tra i migliori 100 giocatori di tutti i tempi, oltre a essere stato inserito nella formazione ideale degli anni 20.

Jim si è risposato nel 1926 con Freeda Kirkpatrick, con altri 4 figli venuti al mondo. Tuttavia quando finisce la parabola sportiva non fu facile, mantenere due famiglie con un totale di 8 figli. E la crisi economica del 1929, passata alla storia come “La grande depressione”, complicò tutto.

Thorpe si adattò a fare l’attore nei western, il muratore e il marinaio, persino il buttafuori. Ma anche la seconda moglie, per le sue assenze da casa, lo lasciò.

Nel 1950 Jim Thorpe è ridotto in miseria e una raccolta di fondi gli permise di pagare le spese per una delicata operazione dovuta a un tumore alla bocca.

Nel 1953 Burt Lancaster ne interpreta il percorso nel film Pelle di rame. Ma Thorpe aveva già ceduto i diritti cinematografici alla Metro Goldwyn Mayer nel 1931 per 1500 dollari: e quindi, in quella circostanza non guadagnò niente.

Nello stesso anno dell’uscita della pellicola Thorpe subisce, mentre cena con la terza moglie, Patricia Askew, un infarto miocardico, il terzo. La coppia viveva a Lomita, California: fu rianimato con la respirazione artificiale. Ma perse conoscenza e morì.

Nel 1983 il presidente del CIO Juan Antonio Samaranch ha restituito ai figli e ai nipoti di Jim Thorpe le due medaglie oro vinte nel 1912 nel Pentathlon e nel Decathlon. Postumo, 30 anni dopo la sua morte. Comunque una parziale rivincita e un’accortezza nei confronti di un grande campione.