Secondo nuovi dati, sembra che gli italiani bevano troppo spesso alcolici occasionalmente, anziché durante i pasti. Cresce, infatti, il fenomeno del binge drinking (abbuffata alcolica), che spinge a bere grandi quantità di alcol in breve tempo e riguarda soprattutto i giovani, in parte anche minorenni. Non stiamo parlando di un bicchiere di vino, ma di superalcolici, amari e aperitivi ad alto tasso alcolemico. La Relazione del Ministro della Salute al Parlamento in merito agli interventi sui problemi correlati all’alcol pubblica oggi un dato allarmante: 8.6 mln gli italiani a rischio e tra questi, 80 mila sono minorenni. Un uomo su quattro (23,3%) esagera con il bicchiere, mentre tra le donne il dato si aggira intorno al 9,1%.

I MINORENNI, LA FASCIA PIU’ A RISCHIO

Le fasce di popolazioni tra i 16-17 anni e quella degli anziani ancora giovani (65-75 anni) sono quelle maggiormente a rischio, perché non dovrebbero bere alcolici per patologie e problemi correlati all’alcol. Sono 800mila i minorenni e 2.700.000 gli ultra sessantacinquenni.

Tra i giovani,  il binge drinking (assunzione di numerose unità alcoliche fuori i pasti e in un breve arco di tempo) rappresenta l’abitudine più diffusa. Nel 2015 il fenomeno riguardava il 15,6% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni di età, di cui il 22,2% maschi e il 8,6% femmine. Nel 2016 il fenomeno riguardava, invece, il 17% dei giovani tra i 18 e i 24 anni, tra cui il 21,8% maschi e l’11,7% femmine. La tendenza che si sta registrando negli ultimi anni è una progressiva riduzione del numero di consumatori che bevono solo vino e birra, mentre aumenta la quota di chi consuma aperitivi superalcolici e amari, soprattutto fra i più giovani, ma in misura percentuale maggiore negli adulti oltre i 44 anni e negli anziani.