Il tempo della solitudine, di Masal Pas Bagdadi, attraversa storie e solitudini ridisegnano il cerchio della vita. Dall’infanzia all’adolescenza, l’autrice crea continui confronti e parallelismi tra le emozioni dei bambini e quelle degli adulti. Entrambi sono accomunati dalla “vita che scorre. Si nasce, si cresce, si diventa adulti, anziani, vecchi, poi la vita finisce. Collego entrambe le parti della vita ridefinendo il cerchio vitale, che continua all’infinito”, ha affermato la scrittrice, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus.
Cosa accade nella casa di riposo?
“E’ un posto per persone che vivono una fase della vita difficile, per questo secondo me dovrebbero essere tutti belli, puliti, luminosi. L’ambiente dovrebbe essere accogliente, non di rifiuto. In questa casa ci sono posti all’interno per tutti, non solo per gli ospiti della casa. Qui non c’è quell’isolamento che subiscono e temono gli anziani. Col mio lavoro ho raccontato storie di persone anziane. Il tempo della solitudine è un libro che fa pensare”, ha aggiunto Bagdadi.
Le solitudini
“C’è solitudine e solitudine. Nel libro distinguo:
1. la solitudine marginale, molto negativa, che si verifica quando non capiamo i bambini. Sono situazioni in cui si sentono soli, una parte emotiva della loro vita non viene condivisa. Ed è un tipo di solitudine che porta alla chiusura e alla depressione.
2. la solitudine degli anziani che porta ad una situazione di dipendenza, loro hanno paura di perdersi e andare in giro, come quando si è bambini.
3. la solitudine creativa: per poter scrivere un libro ho bisogno di essere in intimità, in solitudine con me stessa. Questo mi permette di diventare una persona creativa, un tipo di condizione quasi inesistente per i bambini.”
Il tempo della solitudine è un libro dove l’autrice è sia osservatrice esterna che ascoltatrice, degli altri e di sé: “Mi propongo come esempio. Cerco di dare una possibilità alle persone per elaborare la loro vita, la loro solitudine. Abbiamo l’abitudine di giudicare le cose anziché entrarci dentro e capirle.”