Film sui rapper? Un sotto genere di un genere, che è quello dei film sulla musica, ma che sta andando molto bene perché i giovani (i Millenials in particolare) amano questa particolare tecnica di (non) canto ed amano ancor più le icone anti-eroe che girano nel settore. Ecco perché i lungometraggi sulle vite dei rapper piacciono sempre tanto e al botteghino fanno guadagnare bene. Si tratta di storie (vere o romanzate che siano) spesso molto dure, che prendono vita dalle periferie del mondo e substrati culturali disperati per lastricare la strada dei loro protagonisti di oro e successo. Come ce l’ha fatta Eminem? Chi era 2 Pac? Cosa accade nei sobborghi di Detroit la notte nei club più malfamati? Questo e molto altro narrano i film di questo tipo, tra beat fantastici e free style degno di nota. Se avete voglia di staccare dallo studio o dal lavoro per godervene uno, ecco una lista di titoli imperdibili.
Film sui rapper ne abbiamo? Diversi. Molti di qualità. Se avete voglia di vivere nella polvere degli esordi di un rapper e nelle giornate frenetiche del successo consequenziale almeno per due ore, il cinema vi dà una mano. Se un film è evasione, qua si aggiunge l’evasione della musica che, da sempre e storicamente, ha salvato anime perse da un oblio senza ritorno.
Cosa offre l’industria di Hollywood sul rap? Quali film guardare su Sky, Netflix, Google Play, Amazon Prime in streaming? Ecco una prima lista della spesa:
- 8 Mile che racconta di come è arrivato al grande pubblico Eminem attraverso un viaggio fisico e mentale per le strade di una Detroit senza speranze che trova sollievo soltanto nelle rap battles di free-style e nella droga;
- Hustle and flow, che è il primo lungometraggio a fotografare sul serio il southern rap sfruttando le potenzialità narrative esplosive della storia di un uomo che vuole diventare rapper a 30 anni;
- Something from nothing: the art of rap che ha location tra New York, Detroit e Los Angeles ed usa la forma del documentario (tra l’altro prodotto da Ice-T) per dare voce ad una moltitudine di interviste a tutti i nomi più determinanti di quella precisa scena musicale e che cerca di porre quesiti che nessun rapper ha mai subito;
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4. CB4 che è scritto all’inizio degli anni ‘90 quando ormai si poteva sfottere questo mondo. Ecco perché si tratta dell’intreccio di un gruppo di ragazzi che approfittano del fatto che un pericoloso gangster stia in galera per usare la sua immagine e darsi un tono da duri che legittimi la loro musica;
- Boyz n the hood che è un documento importante sulla formazione nei ghetti per i rapper. Con la regia di John Singletone e presentato a Cannes, le avventure di tre ragazzi di Los Angeles hanno appassionato tutti gli amanti del genere;
- L’odio per dimostrare che chi fa rap vive spesso in contesti estremi come l’emarginazione, i soprusi, la rabbia dei protagonisti, la voglia di riscatto, il rapporto conflittuale con la polizia e le ingiustizie;
- Who’s the man? che è diretto dal figlio di Jonathan Demme sotto forma di commedia in cui Dr. Dre e Ed Lover sono due poliziotti. Scoppia di cammeo da parte di artisti di quegli anni e scoppia anche di filosofia gangsta.
- Krush Groove che di base è la biografia di Russell Simmons (chiamato Russell Walker nel film) e della sua casa discografica, la Def Jam Recordings. Inizi, difficoltà, successi con apparizioni di diversi artisti fondamentali della scena (o che sarebbero diventati tali) come Run D.M.C., i Beastie Boys, Rick Rubin e LL Cool J;
- House party che è un’opera dei Kid ‘n play con uno stole giocoso e legato alle feste e alla voglia di fare casino. Le scene ai party e soprattutto la battaglia di ballo sono diventate epiche;
- Wild Style che è il mix perfetto tra musica, danza e arte visiva in un anno, il 1983, dove c’erano gli Mc, i dj, la breakdance e i graffiti come parte di un unico stilema.
2pac
Compare spesso come protagonista o come guru di sfondo delle storie dei film sui rapper, Tupac. Chi era? Uno che, con oltre 85 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, è passato alla storia come “il rapper più grande e influente mai esistito”. Un record esagerato ottenuto nonostante la breve carriera musicale a causa della sua scomparsa a soli venticinque anni avvenuta il 7 settembre 1996 a Las Vegas.
Shakur Tupac ha pubblicato una grande quantità di album, tra i quali ci sono lavori come:
- “All Eyez on Me”;
- “Me Against the World”;
- “Greatest Hits”.
La filosofia di 2pac era di lottare anima e corpo contro ogni forma di segregazione e ingiustizia, attraverso i versi corrosivi dei suoi brani che hanno toccato storie:
- sulla vita difficile nel ghetto;
- sul razzismo e l’emarginazione sociale;
- sull’abuso di potere da parte delle forze dell’ordine;
- sulla corruzione delle istituzioni;
- sugli scontri con altri rapper (la famigerata guerra tra East Coast e West Coast);
- sull’alcolismo;
- sulla droga;
- sulla prostituzione;
- sulla violenza tra le bande di strada.
Tutta questa poetica l’ha reso un artista scomodo che ha pagato con la vita la sua inclinazione. La celebre rivista Rolling Stone l’ha collocato all’86º posto nella sua lista dei 100 Migliori artisti di sempre.
Zeta: storia e trailer
Esistono film italiani sul rap? Certo, ce ne sono diversi casi. Il più eclatante è “Zeta” di Cosimo Alemà (nato e noto come regista di videoclip di successo) la cui storia è la seguente: “In una Roma che si divide verticalmente tra centro e periferia, ricchi e poveri, famosi e non famosi, Alex/Zeta, Gaia e Marco sono tre amici poco meno che ventenni con il sogno di sfuggire al destino che la società ha in serbo per loro. La vita di strada, il lavoro al mercato, i casermoni di periferia, la povertà, il piccolo spaccio, il sogno dell’hip hop”.
Il film non ha avuto grande successo al botteghino ma è di culto tra gli appassionati di genere. Ecco il trailer di Zeta:
Canzoni rap
Se siete amanti delle canzoni rap, sapete che esistono mille stili diversi ma di certo 2 sono i capisaldi da cui non ci si può discostare. Se volete saperne di più o, meglio, se volete iniziare a fissare i concetti chiave per scrivere qualcosa di vostro, ecco cosa dovete sapere in quanto a distinzioni.
La metrica
E’ la capacità di dare ritmo al testo (come per esempio nella struttura a endecasillabi, ovvero scrivere 11 sillabe per ogni riga) usando la struttura classica del 4/4 (quattro quarti) che consente di riconoscere facilmente il colpo di cassa.
Il flow
Nello slang vuol dire “flusso” ed è la capacità degli MC di rappare un pezzo mantenendo sempre la stessa metrica. Ognuno ha il suo ma la vera rivoluzione, per ora, è avvenuta di recente con l’avvento del trap e personaggi come Ghali e Spheraebasta.
In questa guida per film sui rapper avete una lista davvero compatta. Le ore di tempo libero, tra musica e lungometraggi, sono assicurate. Se poi volete usare questi titoli per farvi una cultura ed iniziare così una vostra carriera musicale, non possiamo che augurarvi il massimo del successo. Chissà che, nel prossimo articolo di questo genere, non compaia anche la vostra di storia. In bocca al lupo e, comunque vada, buona visione.
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