Insonnia e Genetica. Il Prof. Alessandro Cicolin (Responsabile Centro Medicina del Sonno Città della Salute) è intervenuto a “Genetica Oggi” trasmissione condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’ Università Niccolò Cusano.

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Si può parlare di insonnia ereditaria?

Assolutamente sì. La componente genetica dell’insonnia è estremamente rilevante. Tra l’altro è una patologia così diffusa, che trovare relazioni con altri disturbi è molto frequente. Gli ultimi studi hanno associato l’insonnia sia al diabete di tipo 2, sia alla sindrome delle gambe senza riposo e da movimenti periodici nel sonno, sia ad altri disturbi di tipo psichici.

Bisognerebbe pensare a qualche rimedio per l’insonnia che parta proprio dai geni?

Sì, ma non bisogna dimenticare che, oltre alla genetica, bisogna tenere conto anche della componente psico-sociale come: gli stress ambientali e l’utilizzo di social network che favoriscono il disturbo del sonno.

La difficoltà a dormire bene e poi svegliarsi stanchi sono indicazioni dell’insonnia?

Bisogna distinguere la componente legata alla frammentazione del sonno e all’insonnia, quindi alla difficoltà ad addormentarsi, da ciò che difficilmente dà una vera e propria sonnolenza durante il giorno. E’ più facile, infatti, riscontrare stanchezza, instabilità dell’umore e difficoltà a terminare la giornata o a mantenere alta la concentrazione. E’ diverso, invece, il campanello d’allarme che suona quando è alterata la qualità del sonno, dove il paziente tende ad addormentarsi in condizioni non opportune.

Le indicazioni per recuperare il sonno notturno necessario a svolgere le attività di routine

Il medico generale dovrebbe dapprima apporre una diagnosi di insonnia. In tal caso bisogna ricorrere ad una terapia farmacologica. Esistono, inoltre, tecniche riabilitative del sonno sul piano cognitivo-comportamentale.

C’è un tempo minimo in cui chiunque dovrebbe riposare?

Non c’è un tempo identico per tutte le persone. Ognuno di noi ha un fabbisogno di sonno che nella popolazione adulta si va a collocare tra 7- 8 ore al giorno. La cosa più importante è saper verificare la capacità di performance durante il giorno. Se sono in grado di condurre la mia vita in modo normale, vuol dire che il mio cervello riesce a regolare bene il sonno.

Chi è costretto a lavorare nelle ore notturne e riposare, quindi, nelle ore diurne, può riscontrare problemi nella qualità del sonno?

Il turnismo (h24, 7 giorni su 7) è una necessità della nostra società della quale dobbiamo tenere conto. E’ una situazione in cui bisogna adattarsi con alcune strategie, senza cui si va incontro a disturbi del sonno, ma anche fisici.

Con il passare dell’età può cambiare il fabbisogno di riposo?

Nel corso della nostra vita il sonno cambia. Il fenomeno evolutivo parte già dopo la nascita e via via diventa sempre più ridotto.