Valerio Bagicalupo

l’efficace portiere di quel meraviglioso

Torino QuadriCampione d’Italia

 

Questa è la storia di un portiere. Sì, quelli con le spalle grosse, dotati di forza interiore persino più grande rispetto a quella fisica e muscolare. Perché per stare tra i pali e interpretare il ruolo che deve stoppare di più gli avversari, devi essere forte nel cuore, nella testa.

E’ il racconto di uno che ha vinto 4 volte, lo scudetto italiano di Calcio. E che ha fatto parte di una squadra definita LEGGENDA. Stiamo parlando di Valerio Bacigalupo.

Nato a Vado Ligure il 12 marzo del 1924, si sarebbe imposto per via di una grande tecnica nelle uscite acrobatiche e nel neutralizzare i calci di rigore.

Fisicamente una roccia, Valerio Bacigalupo, comincia nel Vado, nella Cairese di Cairo Montenotte, e nel Savona, prima di passare al Genova: è la società ligure a farlo esordire nel Campionato dell’Alta Italia nel 1944. Quella squadra giunse quinta nel girone della zona Piemonte-Liguria, e vinse la Coppa Città di Genova nel 1945.

Come finisce la guerra gioca alcune amichevoli con la casacca del Vado. E gli basta perché il Savona lo ceda proprio nel 1945, al Torino, per 160.000 lire. Infatti il presidente del Torino, Ferruccio Novo, lo osservò con grande attenzione durante una partita tra la Rappresentativa Ligure e quella piemontese, finita 1 a 0. Arrivò a Torino con Sauro Tomà, giovane terzino di La Spezia.

Valerio Bacigalupo esordisce in Serie A il 14 ottobre 1945 contro la Juventus, che vince il derby, su rigore trasformato da Silvio Piola. A parte la stracittadina del Po perduta, quel Torino vinse lo scudetto con lui titolare inamovibile, tra i pali. Giocò tutte le partite da numero 1.

L’anno dopo si fece male durante una vittoria del Torino a Roma sulla Roma per 3 a 1 ma partecipò egualmente al secondo trionfo tricolore di fila, il 4°, nella storia della società granata. Quello stesso anno, il 1946, Bacigalupo si salva la vita in un grave incidente stradale nei pressi di Savona, in cui muore l’amico che portava di fianco, in macchina.

Di quel Torino che vinse anche il terzo e il quarto scudetto di fila, arrivando a 6, complessivamente, Bacigalupo aveva un appartamento assieme ai compagni di squadra Mario Rigamonti e Danilo Martelli, e tutti e tre venivano chiamati il celebre Trio Nizza. Dal nome della via di Torino in cui alloggiavano.

Da ricordare l’esordio in maglia azzurra, il 14 dicembre 1947 a Bari: Italia batte Cecoslovacchia 3-1. E lui fu il numero 1 nazionale anche a Madrid quando l’Italia, unica al mondo, passò a Madrid per 3-1. Era il 27 marzo 1949, primo successo azzurro in casa dei rossi iberici. Bacigalupo parò un calcio di rigore.

Di lì a poco più di un mese la tragedia di Superga, che portò in pochi attimi alla nostra nazione il più bel simbolo, con Coppi e Bartali, della Ricostruzione. L’aereo di ritorno dal Portogallo si schiantò sul basamento della Basilica di Superga. Fu l’ultimo volo di un Torino quadricampione d’Italia. Che, fosse sopravvissuto alla sfortuna e al maltempo, avrebbe costruito il più grande ciclo nazionale di ogni tempo. E forse continuato a offrire talenti alla squadra nazionale ancora per tutti gli anni ’50. Per sfidare Ungheria, Germania, Spagna e Inghilterra, ma anche Uruguay e Brasile.

Valerio Bacigalupo riposa nel cimitero di Bossarino, a Vado Ligure, in provincia di Savona. Città che gli ha intitolato lo stadio.