Libero Liberati il Ternano Volante e Cavaliere d’Acciaio

ha portato la sua città in giro per il Mondo

 

Libero Liberati è stato un pilota italiano di Motociclismo definito Il Ternano Volante e il Cavaliere d’Acciaio. E’ passato alla storia delle due ruote per aver vinto un titolo mondiale.

Nato a Terni il 20 settembre del 1926, ha iniziato a lavorare nelle acciaierie di terni con il compito di autista. Dopo la seconda guerra mondiale si sa imporre in alcune gare di livello nazionale, ben 4, nel 1947, la prima delle quali in occasione della 2° edizione del Circuito delle Ferriere, guidando una Moto Guzzi da 500 centimetri cubici. Va alla grande e vince anche al Velodromo di Terni su una Alpino da 100 centimetri cubici.

Nello stesso anno è 1° a Chieti e Frosinone su una Moto Guzzi. Vista la passione e i risultati, riceve un grandissimo regalo, dai compagni di lavoro e da alcuni concittadini: una Moto Guzzi Dondolino.

Nel 1948 Libero Liberati ottiene altre 4 vittorie e tra queste spicca la gara del Circuito dell’Acciaio ribadendo la superiorità a Chieti e Frosinone. Libero Liberati vince il Circuito di Spoleto e giunge 2° a Cattolica. Oramai la sua fama ha raggiunto un livello nazionale.

Il 2 ottobre 1949 l’efficace motociclista ternano vince la terza edizione del Circuito dell’Acciaio, e, nel campionato italiano, ottiene due secondi posti, Ancona e Urbino, e una terza posizione, a Bologna.

L’esordio nel Campionato nel Mondo avviene nel 1950 in sella a una Moto Guzzi.

Il Circuito dell’Acciaio è casa sua e lì vince anche la quarta edizione, il 29 luglio del 1951, guidando una Gilera Saturno. Primeggia a Casale Monferrato, è 3° a Varese e 4° a Bergamo.

Nel 1952 Libero Liberati va benissimo nelle gare di Voghera Parma e Terni, che vince tra gli applausi degli appassionati di Motociclismo. E’ 2° a Senigallia e 7° a Berna, in Svizzera, dove è vittima di un brutto incidente in gara, con un volo di alcuni metri.

Dopo la paura, con immutata determinazione, il Ternano Volante è 2° nella Classe 500, nel Campionato Italiano, sia nel 1953 che l’anno successivo. Durante la stagione guida anche una Moto Morini. Le soddisfazioni più belle ancora devono arrivare.

Infatti nel 1955 Libero Liberati è Campione Italiano vincendo a Napoli Sanremo e Imola. Giungerà primo anche a Senigallia e a Mestre, a settembre. E in mezzo è secondo a Reims, in Francia, e a Genova. Terni ha il suo eroe, primo assoluto, a livello nazionale.

La bravura di Liberati e del suo entourage sta nel ripetere lo stesso successo nel Campionato Italiano del 1956. Una grandissima soddisfazione, per Terni e per il movimento motoristico umbro, quello di imporsi ancora in una rassegna nazionale. E il Ternano Volante lo fa vincendo a Modena, Monza, Sanremo e Senigallia, con i secondi posti di Imola, Faenza e Cesena.

Nel Motomondiale vince a Monza il Gran Premio delle Nazioni nella Classe 350 e arriva 2° nella 500 centimetri cubici con una Gilera dietro al suo compagno di squadra e primo pilota, il talentuoso Geoff Duke.

Il capolavoro assoluto Libero Liberati lo ottiene nel 1957, arrivando con la Classe 500 a vincere 4 Gran Premi sui totali 6: è Campione del Mondo.

Ma va alla grande anche nella 350, dove sarà 3° della Classifica Piloti perché vince una gara e arriva le altre cinque volte sul podio, in una competizione iridata tirata fino alla fine.

Quando si parla di lentezza della giustizia sportiva, cosa dovrebbe dire, Libero Liberati? In quella stagione sportiva è 1° nel Gran Premio del Belgio ma venne squalificato dai commissari di gara per delle presunte irregolarità. E’ estromesso ingiustamente da una vittoria meritata: il successo è consegnato a Jack Brett. Ma a gennaio del 1958 quella impresa agonistica fu riconsegnata al legittimo proprietario, il nostro rappresentante Libero Liberati, riabilitato da una lentissima federazione motociclistica internazionale.

La fama del Ternano Volante ha superato abbondantemente i confini nazionali: vince a Buenos Aires, Argentina, in una manifestazione organizzata dalla Gilera. E lui vince al Gran Premio di Mar de la Plata, a Mendoza e sul circuito uruguaiano di Montevideo.

Come torna in patria l’Unione della Stampa Sportiva Italiana gli assegna il premio di Migliore Atleta dell’Anno.

Nel 1957 c’è il patto di astensione firmato da Gilera, Moto Guzzi e FB Mondial con la casa motociclistica di Arcore che lascia le competizioni. Adesso Libero Liberati è senza una scuderia.

Correrà con una moto privata nel Mondiale del 1959, su una Morini nella quarto di litro, e poi su una Gilera Saturno senza grandissimi acuti fino al 1960.

Nel 1961 Libero Liberati partecipa a 5 gare del Campionato Seniores conquistando le corse di Modena e Genova, e arrivando 2° a Cesenatico e 3° a Sanremo. Accarezza il titolo italiano della 500 avendo saputo battere le velocissime Norton, ma è secondo dietro alla bicilindrica ufficiale Bianchi portata da Ernesto Brambilla.

Nel 1962 la Gilera rientra nelle gare e il Cavaliere d’Acciaio si allena con grande determinazione. Ma il 5 marzo durante una prova sulla Strada Statale 209 chiamata Valnerina, scivola sulla strada bagnata alla curva di Cervara, urtando con violenza sulla parete rocciosa. I soccorsi non riuscirono nel nobile intento di salvargli la vita.

Quello, fu l’ultimo volo, di Libero Liberati.

Il sindaco di Terni, in occasione del funerale, disse, in suo omaggio: “Tu, ardito cavaliere del nostro tempo, ci indichi una méta lontana, l’approdo glorioso di una vita fortemente e seriamente impegnata…”

Liberati veniva anche chiamato “Il Cavaliere d’Acciaio” per due motivi. Il primo e più sentito, a Terni, era perché la terra natia è definita “Città dell’Acciaio”, con l’economia imperniata sul trattamento di quello specifico elemento. Il secondo perché il grande rivale di Libero era Duke, il Duca di Ferro.

A Libero Liberati è intitolato lo stadio di Terni, di fronte al quale è stato eretto un monumento di Carlo Lorenzetti a lui dedicato. Tutto in favore di una grandissima testimonianza di riconoscenza e amore fraterno verso un figlio della città che ha portato il prestigio del posto natio in giro per il globo terrestre, soprattutto in un periodo drammatico qual è stato quello della Ricostruzione.

Porta il nome del pilota di Motociclismo anche il tunnel che collega la statale 209 Valnerina alla Superstrada Rieti-Terni.