La vicenda processuale sul disastro della Costa Concordia non è finita con la condanna di Francesco Schettino. L’avvocato Giuliano Leuzzi sta seguendo, per il Codacons, il procedimento intentato dal naufrago Ernesto Carusotti dinanzi al Tribunale di Genova, e che chiama in causa Costa Crociere, Rina e Fincantieri. Il legale, intervenuto ai microfoni di “Legge o Giustizia” condotto da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, ha spiegato i dettagli di questa iniziativa.

Il naufragio della Costa Concordia

“Il Codacons ha diffuso il contenuto di un documento depositato da Fincantieri e RINA, che tali enti presentano come prova del collaudo della “procedura di emergenza dopo blackout”: quella stessa procedura che, la notte del naufragio della Concordia, è andata immediatamente in tilt non appena avviata facendo rimanere aperte le porte degli ascensori in cui sono stati trovati 9 corpi di persone tragicamente decedute.

Un documento che non convince, perché il collaudo avrebbe dovuto essere effettuato agganciando al generatore d’emergenza tutte le utenze previste dalle norme SOLAS (un centinaio appartenenti ad oltre 15 diverse tipologie) mentre il documento prodotto da RINA e Fincantieri si riferisce a verifiche effettuate solo su ascensori e luci di emergenza. Il test è stato inoltre effettuato solo per ottemperare ad un obbligo imposto dalla Guardia Costiera americana. Inoltre – aspetto che desta le più gravi perplessità – trattasi di documento estremamente “pasticciato”, dove gli esiti scritti a stampa e negativi sono cancellati a mano e sostituti da esiti positivi (proprio il “NO” alla riga “Black out test”, ad esempio, trasformato in “YES”)”.

Ancora più clamorose le accuse mosse da Fincantieri a Costa Crociere davanti al giudice di Genova Dott.ssa Barbara D’Arrigo.

“Il costruttore della nave accusa l’armatore di avere impiegato personale non idoneo che ha commesso “l’errore umano nella procedura di ammaino” della scialuppa su cui era imbarcato il naufrago difeso dal Codacons, fatto che ha contribuito a causare un gran numero di vittime la notte del naufragio”. Nella causa in corso davanti al Giudice Dott.ssa D’Arrigo i legali di Carusotti hanno chiesto di sentire “molti testimoni non ascoltati nel processo penale di Grosseto , oltre naturalmente lo stesso Schettino e il timoniere indonesiano Rusli Bin che, non comprendendo la lingua italiana né quella inglese e non essendo adeguatamente formato per il ruolo di timoniere, fece virare la nave in direzione opposta a quella ordinata dal Comandante facendola finire sullo scoglio”.