Cartoni animati e paure genitoriali, il legame c’è ed è pure solido. Vedendo un film d’animazione gli adulti possono intrattenersi e rivedersi, come allo specchio. “Cosa avrei fatto in quella situazione? Cosa ho fatto quando mi è successo? Queste sono le domande che i genitori devono porsi nel guardare un cartone animato”, ha affermato Rosalia Gentile, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus.
Da Heidi a Peppa Pig, le storie sono diverse
“I cartoni animati degli anni ’80 avevano protagonisti orfani, soli. Oggi sono film più leggeri, pensati quasi come se i bambini non potessero tollerare la sofferenza, la tragedia. Questo è un male, anche i bambini devono esplorare le emozioni negative”, ha osservato la psicoterapeuta.
Nemo: il papà iperprotettivo
“Ognuno di noi, ancor prima di diventare genitore ha sogni e paure, ed entrando nella relazione col figlio può condizionare il rapporto.” Prendiamo la storia del pesciolino Nemo, ad esempio. “Il papà protagonista è iperprotettivo, castrante, fa in modo che il bambino possa temere l’ambiente circostante e non desiderare di esplorare il mondo”, ha spiegato Rosalia Gentile.
Dialogare coi figli
“Il segreto non è proteggere i figli a tutti i costi, ma dialogare con loro. Voglio mettere i genitori nelle condizioni di dubitare del loro essere e spingerli a capire se ci sono altri modi di comportarsi. Sviluppando un dialogo coi figli, dopo la visione di un cartone animato è possibile sviluppare sentimenti che non rimangono soltanto dei bambini.”
Kung Fu e il futuro dei figli
“Kung fu è un film d’animazione legato alle fantasie che ognuno di noi come genitore ha sul futuro dei figli. Il panda grassottello voleva fare il supereroe, il padre gli proponeva di lavorare nella ristorazione come nella loro famiglia si è sempre fatto, il figlio disobbedisce e il padre, che si è sempre opposto affinché diventasse un guerriero, gli spiega cosa significa essere un genitore. dobbiamo mostrare ai figli quello che siamo, dovremmo farci vedere in tutte le varianti delle nostre emozioni, i bambini devono sperimentare tutte le emozioni che proviamo”, ha aggiunto Gentile.
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