Cambridge Analytica monopolizza l’attenzione dell’opinione pubblica e dei media dallo scorso week end quando, attraverso una denuncia circostanziata di Guardian e New York Times, è emerso l’operato discutibile di Facebook e della stessa Cambridge Analytica, nel trattamento dei dati personali di oltre 50 milioni di utenti iscritti al social network di Mark Zuckerberg. L’enorme quantità di dati sarebbe stata utilizzata dall’azienda di consulenza per il marketing online, al fine di creare schemi predittivi sulle preferenze degli utenti e strumenti pubblicitari per spostare consensi elettorali. In grande sostanza, Facebook mostra di avere enormi difficoltà nel proteggere i dati dei suoi utenti e, di conseguenza, si torna a parlare di privacy, dei suoi limiti e di quanto ci sentiamo tutelati nel momento in cui ci addentriamo nei meandri della nostra vita social. Per chiarire alcuni aspetti della vicenda Radio Cusano Campus ha contattato il Presidente del Centro Europeo per la Privacy, l’Avv. Fabio Di Resta.
Avvocato, sembra proprio che Facebook ci spii. E’ l’ennesima scoperta dell’acqua calda o ci sono elementi della questione di cui dovremmo preoccuparci o stupirci?
“L’elemento centrale della questione attorno al quale dobbiamo ragionare sta tutto nella presa di coscienza che la democrazia del nostro tempo è continuamente minata da coloro i quali detengono la proprietà di una quantità infinita di dati, i famosi big data, che possono risultare decisivi nelle nuove logiche dell’informazione mondiale. I dati di ogni cittadino viaggiano in rete e ognuno di noi lascia volontariamente una traccia di ciò che gli piace e non gli piace, lo indigna o lo rallegra, e tutto questo può essere usato anche a fini elettorali”.
Avvocato Di Resta, nello specifico, i nostri dati dove vanno a finire?
“C’è da sottolineare che i dati raccolti sono stati rastrellati attraverso il lancio di un’app che inizialmente è stata scaricata da meno di 300mila persone ma che attraverso like e condivisioni è arrivata ad oltre 50milioni di utenti. Si trattava di una sorta di test psicologico ma l’aspetto più grave è che, pur rispondendo al test in maniera consapevole, un utente resta ignaro del fatto che le tracce lasciate non si sa in quali mani vadano a finire. In questo caso non in buone mani”.
Avvocato, quanta consapevolezza c’è in chi quotidianamente accede e opera all’interno di uno qualsiasi degli attuali social network?
“Guardi, di sicuro c’è una voglia sempre crescente di conoscere i propri diritti e i propri doveri per ciò che riguarda la questione privacy. A testimoniarlo anche la grande adesione al Master UniCusano di II Livello in “I nuovi professionisti privacy: Il responsabile della protezione dei dati personali e i privacy specialist”.
L’Università degli Studi Niccolò Cusano – Telematica Roma attiva, in partnership con il Centro Europeo per la Privacy (EPCE), il Master di II livello in “I NUOVI PROFESSIONISTI PRIVACY: IL RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI E I PRIVACY SPECIALIST” afferente alla Facoltà di Giurisprudenza per l’Anno Accademico 2017/2018 di durata pari a 1500 h.
Agli iscritti che avranno superato le eventuali prove di verifica intermedie e la prova finale verrà rilasciato il Diploma di Master di II livello in “I NUOVI PROFESSIONISTI PRIVACY: IL RESPONSABILE DELLA PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI E I PRIVACY SPECIALIST”.
Il Master, realizzato con la partnership scientifica del Centro Europeo per la Privacy (EPCE), mira a formare in primo luogo la nuova figura professionale del Data Protection Officer (responsabile della protezione dei dati personali), figura prevista dal regolamento europeo n. 2016/679 e che sarà obbligatoria per tutti gli enti pubblici e nel settore privato.
Per leggere il bando clicca qui, per ulteriori informazioni scrivi a [email protected]. Per ascoltare l’intervista integrale dell’Avv. Di Resta clicca qui sotto