Liste d’attesa infinite negli ospedali italiani. Il Prof. Aldo Morrone (Direttore Scientifico Ospedale San Gallicano di Roma) è intervenuto a “Genetica Oggi”, trasmissione condotta da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
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Liste d’attesa infinite: 65 giorni di attesa per una visita nella sanità pubblica Vs 7 giorni nel privato e 6 in intramoenia
Non possiamo pensare che la salute delle persone sia trasformata in una logica di profitto. E’ assurdo che si debbano attendere giorni per eseguire esami appropriati, perché le persone che ne hanno necessità hanno il diritto di ricevere prestazioni entro termini congrui, appropriati e utili per la diagnosi e poi la terapia.
Bisognerebbe chiarire il ruolo e la condizione degli interventi chirurgici, che siano garantiti all’interno del servizio sanitario pubblico. Dovrebbe, infatti, esserci una precedenza legata alle patologie urgenti.
Medical Shopping: troppe le prestazioni che vengono richieste anche se non c’è un reale bisogno
Al livello internazionale, c’è un tentativo da parte dei medici di lanciare una campagna che si chiama “Too much medicine“. Quando c’è troppa medicina, questa rischia di sostituire una corretta alimentazione, di fare movimenti, di avere un lavoro e creare relazioni sociali. Tutto questo determina un peggioramento della condizione di salute.
Bisognerebbe domandare ai nostri rappresentanti istituzionali cosa sia accaduto al Paese dopo diversi anni di tagli al servizio sanitario nazionale, attraverso i tagli alla regione. Ad oggi nei nostri ospedali ci sono medici e infermieri sottoposti a turni di lavoro per cui è dovuta intervenire l’UE A sottolineare che più di 38 h settimanali non possono essere eseguite al fine di mantenere la lucidità in un lavoro così complesso.
Si ragiona in termini ragionieristici, di deficit e bilanci, senza controllare che al di là delle prescrizioni e dei farmici c’è anche la logica perversa degli appalti, ospedali non costruiti. Si verifica, dunque uno sperpero del denaro pubblico che non può essere pagato sulle spalle dei cittadini.
E’ vero che la sanità italiana è comunque la migliore al mondo?
Non si è migliori per sempre. Essere migliori è un continuo dinamismo e una continua capacità di garantire un’offerta di servizio appropriata gratuita e solidale. Il nostro servizio sanitario è sicuramente tra i più famosi del mondo, ma questo va coltivato anche attraverso investimenti nella ricerca scientifica, nell’assunzione, nella tecnologia.
La percezione dei cittadini è quella di tagli continui.