Joe Di Maggio
E’ stato tra i più grandi giocatori di Baseball d’ogni tempo
e il primo atleta a ricevere alla Casa Bianca la Medaglia Presidenziale della Liberta
Oggi parliamo di un personaggio che si è fatto conoscere e ammirare per le grandi imprese sportive che ha contribuito a costruire in America, pur provenendo da una famiglia italiana emigrata dalla Sicilia per cercare fortuna. Joseph Paul Di Maggio, più celebre come Joe, Di Maggio. E’ stato uno dei più grandi giocatori di Baseball di ogni tempo, per quanto ha vinto e per la bravura e il talento individuale.
Joe è nato a Martinez il 25 di novembre del 1914, e molti anni dopo sarebbe diventato il marito dell’attrice di Marilyn Monroe.
Il padre Giuseppe e Rosalia Mercurio erano originari dell’Isola delle Femmine in provincia di Palermo. Fin da ragazzo Joe si appassiona della disciplina del diamante. A 17 anni gioca coi San Francisco Seals dove resta per quattro stagioni.
La grande svolta avviene il 21 novembre 1934, lui ha 20 anni, quando è ceduto ai New York Yankees, dove avrebbe giocato per tutta la carriera con la maglia numero 9 poi con la 5.
Nel 1937 Joe Di Maggio incontra sul seti di un film in cui interpreta sé stesso, Manahattan Merry Go-Round, l’attrice Dorothy Arnold, e i due si sposeranno nel novembre del 1939. Quando l’atleta, a 25 anni, è eletto il miglior giocatore della Lega di Baseball più famosa del mondo. Una seconda volta lo sarebbe stato nel 1941, una terza nel 1947. Nel frattempo, siamo nel 1943, Joe presta servizio militare alle Isole Hawaii, quando la consorte mette al mondo l’unico figlio, Joe Di Maggio Junior.
La vita privata diventa turbolenta quando il 14 gennaio 1954 sposa Marilyn Monroe dalla quale divorzia nel giro di un anno, pur restando buoni amici.
Nel 1955 Joe Di Maggio è inserito nella National Baseball Hall of Fame grazie ai voti di quasi il 90% dei giornalisti aventi diritto alla selezione.
Nell’agosto 1962 l’attrice bionda muore in circostanze misteriose a Los Angeles. Joe Di Maggio organizza i suoi funerali invitando solo pochi amici: fuori i divi di Hollywood e altre personalità politiche che Marilyn frequentava.
Di Maggio ha pagato tutte le spese delle esequie e con il figlio accanto, ha seguito il feretro della Monroe fino al cimitero di Brentwood, vicino Los Angeles. Prima che la bara venga chiusa, bacia Marilyn e per tre volte le dice “Ti amo”. Per 20 anni avrebbe fatto recapitare sulla sua tomba un mazzo di rose rosse, per tre volte ogni settimana.
Per 13 volte è stato chiamato alla Partita delle Stelle.
Nel 1969 Joe Di Maggio rientra nel Baseball come allenatore degli Oakland Athletics e un sondaggio lo elegge, in concomitanza del centesimo anniversario dalla nascita del Baseball il miglior giocatore vivente. In tutta la sua carriera, infatti, Joe ha effettuato 2.214 battute valide.
Joe Di Maggio è venuto molte volte in Italia, proprio a trovare i parenti ad Isola delle Femmine. E altrettante volte in Italia come negli Stati Uniti, è stato coinvolto nelle iniziative di promozione del Baseball. E ha sempre risposto con grande entusiasmo. Tanto che nel 1976 passa alcuni giorni con la squadra del Bbc Grosseto. Un’occasione storica, per una realtà dello sport italiano.
Nell’ottobre 1998 Joe Di Maggio è operato per un cancro ai polmoni, che stava combattendo da quasi 8 anni. L’8 marzo 1999 Joe muore nella sua casa di Hollywood. Ne dà l’annuncio l’avvocato ma soprattutto amico Morris Engelberg. Joe viene sepolto a Colma, non lontano da Martinez, sua città natale.
Ma l’affetto, la stima, l’amore fraterno, la gratitudine del popolo americano e degli appassionati italiani di Baseball non sarebbero terminati con la fine della sua vita.
Il 10 gennaio 1977 Joe riceve la Medaglia Presidenziale della Libertà, la più alta, tra le onorificenze, per un cittadino degli Stati Uniti d’America. E’ stato il primo atleta, a varcare la porta della Casa Bianca, per avere un premio di cotanta importanza.
Durante la sua vita terrena Joe Di Maggio è entrato in una miriade famosissima di citazioni di attori, cantautori, registi e giornalisti. Qualche esempio.
Woody Allen lo ha menzionato nel 1979 nel film Manhattan come “Una delle cose per cui vale la pena vivere”.
Di Maggio è citato nella canzone Mrs. Robinson di Paul Simon & Art Garfunkel. E questa canzone fu motivo di un dissidio risolto dal primo dei due cantanti di The Sound of Silence una sera, quando incontra casualmente in un ristorante di New York l’ex campione di Baseball. E Paul Simon spiega i motivi di quella citazione, legata all’ammirazione di tutti gli americani per Joe Di Maggio.
Quando si diffonde la notizia del decesso le radio statunitensi usano Mrs. Robinson e la strofa in cui viene menzionato Joe Di Maggio.
Il 9 maggio 1999 allo Yankee Stadium di New York viene inaugurato un busto in suo onore e Paul Simon canta dal vivo la strofa di Mrs. Robinson a lui dedicata.
Nella sua carriera Joe Di Maggio ha vinto 9 volte le World Series, 4 volte di fila dal 1936 al 1939; nel 1941 e nel 47, e dal 1949 al 51. Per due volte è stato il miglior battitore dell’American League e per 2 volte il primo nei Fuoricampo, nel 37 e nel 48. Altrettante volte primo assoluto per i punti battuti a casa. E ancora è stato Atleta maschile dell’anno per l’Associated Press nel 1941.
Il numero 5 sarebbe stato presto ritirato dai New York Yankees. Ed è stato naturalmente inserito nell’All Century Team, la squadra più forte del secolo.
La sua popolarità avrebbe superato il tempo. Al punto da essere menzionato dal protagonista del romanzo “Il vecchio e il mare” di Ernest Hemingway, Santiago; da Woody Allen in un film del 1979, Manhattan, Joe è descritto come “una cosa per la quale vivere”. E’ ricordato da Jennifer Lopez nella canzone I’m gonna be al right, dalla giovane ma già affermata Demi Lovato “Without the Love”. La fama di Joe Di Maggio avrebbe trovato riscontri con Billi Joel, Madonna, Joh Fogerty e Tori Amos, nelle loro canzoni.
E addirittura è stato intitolato un asteroide al grande campione di Baseball, il 3767 Di Maggio, oltre a un richiamo nella popolarissima serie televisiva di cartoni animati “I Simpson”. E al pensiero espresso nel libro “Chiedi alla polvere” di John Fante preso ad esempio quale famoso uomo di chiare origini italiane che ha fatto fortuna in America.