Rivoluzionario o innovatore?
Forse entrambi. Da quella vittoria sarebbe cambiato per sempre,
il Salto in Alto. E non sarebbe più tornato indietro
Chi ama l’Atletica e, nel dettaglio, il Salto in Alto conosce benissimo la storia e lo stile del Campione Olimpico del 1968 a Città del Messico. Dick Fosbury, all’anagrafe Richard Douglas Fosbury, poi diventato Dick. Nato a Portland, Stato dell’Oregon, il 6 marzo 1947, è un ex altista degli Stati Uniti d’America.
A lui è riferito tecnicamente il Salto Fosbury, una tecnica da almeno 25 anni, forse anche 30, utilizzata da tutti. L’atleta salta l’asticella girando il corpo all’indietro con uno stacco di potenza ben coordinato, e cadendo sul materasso di schiena, poggiando sui muscoli dorsali, come in una delle specialità natatorie.
Fino al suo avvento gli atleti della specialità in questione saltavano con il ventre in avanti. Lui prima vince il titolo delle accademie a stelle e strisce, ossia il campionato NCAA. Poi passa le qualificazioni alle Olimpiadi tramite i trials, le prove necessarie a raggiungere la misura con la quale un atleta è convocato dalla propria nazionale. Quindi vinse a Città del Messico la Medaglia d’Oro con la misura di 2 metri e 24 centimetri, nuovo record in una Olimpiade.
Un’altra particolare curiosità che fece ricadere l’attenzione di tutti gli addetti ai lavori su Dick Fosbury non è solo la breve carriera, quella sarebbe stata la sua unica pur vittoriosa Olimpiade: quanto perché in quella circostanza aurea, indossò due scarpe dal colore differente, l’uno dall’altro. Singolare, no?! Non fu una scelta dettata dalla pubblicità, che ancora non era arrivata con la successiva forza, in una manifestazione pur dal respiro mondiale. Quanto perché Dick ha sempre dichiarato: “La destra di quel colore mi dava una spinta verso l’alto superiore a qualsiasi altro tipo di scarpa”.
Dick Fosbury si ritira nel 1972 quando non si riesce a qualificare per le Olimpiadi di Monaco di Baviera.
Nel 1981 in America è stato inserito nella National Track & Field Hall of Fame.
Il che, con la sua vittoria ai Giochi Olimpici messicani, lo rende immortale. Oggi si gode le manifestazioni sportive da buon pensionato. Trasmettendo la sua passione ai più giovani, raccontando semplicemente il suo volo diverso da tutti gli altri.