Traffico illegale di animali e vegetali. Marco Galaverni (Responsabile specie e habitat WWF) è intervenuto a “Siamo ciò che paghiamo”, trasmissione condotta da Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’ Università Niccolò Cusano.

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Attraverso la rete internet passano anche gli animali oltre che le specie vegetali protette. Di che commercio si tratta?

E’ il quarto commercio illegale al mondo, dopo armi droga ed esseri umani. Il traffico illegale di animali è una fonte notevolissima di guadagni per la malavita organizzata.

Gli animali si possono acquistare sia tramite pagine Facebook, che non dichiarano la provenienza illegale, sia tramite siti appositi sui quali si possono fare richieste di questo tipo. A volte il consumatore è consapevole di quello che sta andando a comprare, altre volte non sa che sta acquistando una specie protetta.

Fortunatamente, la scorsa settimana è stata lanciata una grandissima coalizione tra una serie delle più grandi imprese e-commence (Ebay, Facebook, Googlee, Etsy, Microsoft, Pinterest) per darsi un protocollo comune di contrasto a questo commercio illegale.

Chi solitamente acquista animali su internet?

Purtroppo ci sono delle grandi rotte internazionali e buona parte degli acquirenti viene dal mercato asiatico. Alcune fasce della popolazione vedono questi prodotti o come uno status symbol oppure ritengono che questi prodotti possano avere proprietà afrodisiache.

Questo vale anche per le specie vegetali?

Assolutamente sì. Purtroppo l’Europa è tra i paesi di maggiore destinazione di molte essenze vegetali che hanno effetti drammatici sulla biodiversità delle zone d’origine. Allo stesso modo non siamo immuni da un traffico di specie bracconate. C’è un vero e proprio turismo venatorio sia tra regioni italiane che tra Italia e regioni dell’est Europa.

Ciascuno deve fare la propria parte, cercando di contrastare la biodiversità che rappresenta la nostra migliore garanzia per il futuro.