Salvini e il tetto del 3%, Cazzola: “Non mi piace il tono minaccioso di Salvini, mi ricorda il linguaggio delle ‘inique sanzioni’ all’Italia fascista. Ricordo che Hitler diceva che il diritto internazionale è ciò che serve alla Germania”. L’economista Giuliano Cazzola è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia”, condotta da Gianluca Fabi e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Riguardo le dichiarazioni di Salvini sullo sforamento del tetto massimo del 3% per il rapporto tra deficit e Pil previsto dal patto di stabilità
“Non vorrei offendere nessuno –ha affermato Cazzola-. Lontana da me l’idea di fare paragoni. Però io ricordo che Hitler diceva che il diritto internazionale è ciò che serve alla Germania. Se ci sono dei patti bisogna rispettarli. Questi patti non sono stati assunti per gioco, per perfidia, per cattiveria, ma sono accordi che si prendono per stare insieme. Quando si fa un accordo tra Stati è chiaro che ci sono regole che vanno rispettate. E’ anche vero il 3% è una convenzione, come il 60% del debito, sono cifre condizionali. A me non piace questo tono minaccioso, mi ricorda il linguaggio delle ‘inique sanzioni’ all’Italia fascista. Hanno vinto, contenti loro, contenti chi li ha votati. Io ho votato per la Bonino, il centrodestra l’ho mollato quando ha tolto la fiducia al governo Monti”.
Sul reddito di cittadinanza
“Quello che propone il M5S in realtà è un reddito ponte che viene dato a chi non ha altri redditi, fino a quando non trova un lavoro –ha spiegato Cazzola-. Il difetto più grave è quello del quantum. 708 euro e fino a 1200 euro per le famiglie, vuol dire che la gente farà i salti mortali per non andare a lavorare. Il problema è un po’ filosofico, apre una finestra di carattere assistenziale. E poi c’è soprattutto un problema di regole. Se ci fosse una condizionalità più forzata e un regime meno generoso ci si può pensare”.