Frida Kahlo e altre donne eccellenti dello sport, del mondo dello spettacolo, della scienza, sono diventate barbie: le acquistereste per le vostre figlie? Anche la Lego fa la stessa cosa, celebrando importanti donne della NASA. Quella di dare visibilità a personaggi che si sono “realizzati ai massi livelli della società, non solo a livello famigliare” – come ha osservato Andrea Angiolino, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus – è una strategia delle industrie di giocattoli.

Le barbie: dal 1959 ad oggi

“Già nell’antica Grecia le bambole ricordavano le barbie: erano donne-adulte, con le gambe affusolate, come le barbie della seconda metà degli anni Sessanta. Nel 1959 erano soltanto dei bebè da accudire, ma nel tempo si sono innovate diventando donne, professioniste e permettevano alle bambine di immedesimassero in loro. Non dimentichiamo nel 1965 le barbie – astronauta, ad esempio”, ha aggiunto Angiolino.

Frida Kahlo

“La bambola Frida Kahlo è stata contestata da una nipote della pittrice, a causa della scarsa somiglianza. Sembra che il modello non coincida con quello di artista in quella realtà storica. L’aspetto interessante della novità, che riguarda anche altre dodici icone, è che si parla di icone mondiali, donne che anno avuto successo in tutti i campi: questo aiuta a sognare”, ha sottolineato Andrea Angiolino.

Frida Kahlo & c.: i genitori le acquisterebbero per le figlie?

“Come acquisterebbero altre bambole”, ha risposto Rosaria, mamma, psicologa e blogger. “Questi nuovi giocattoli altro non sono che oggetti utili a soddisfare il senso di insicurezza dei genitori. Se compro Frida Kahlo non avrò la certezza di una bambina, che da adulta sarà attenta ai diritti umani. Non è il giocattolo, ma il rapporto che si crea tra madri e figli a fare la differenza. Sono barbie che verranno acquistate perché i genitori hanno l’esigenza di dire a se stessi ho comprato un giocattolo utile. Siamo noi che dobbiamo insegnare ai nostri figli cosa è giusto da cosa è sbagliato”, ha affermato Rosaria.

 

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