Peste e corna, Sperlink & Kupfer, è il più terapeutico dei libri in circolazione. Leggendo, anche nella più buia delle giornate, scoppierete in una fragorosa risata e scoprirete quanto complicata è la lingua italiana e quanto bisognerebbe trattarla meglio. Massimo Roscia, dopo averci raccontato la grammatica e i congiuntivi, questa volta ci racconta i luoghi comuni e lo fa con la stessa leggerezza di sempre. Dalla politica, al linguaggio dei meteorologi, alle frasi fatte delle mamme, Mario, il protagonista del libro, alle prese con la quintessenza della banalità, pensa che ad essere trita e ritrita non sia la lingua, ma le idee.
La complessità dell’italiano
“L’italiano, pur essendo un linguaggio logico e solo in apparenza facile, da apprendere, è straordinariamente complesso. Si presenta come un pavimento bagnato e in questi casi il rischio di fare un capitombolo è dietro l’angolo. Il problema è che spesso si finisce con le gambe all’aria anche quando il pavimento è asciutto”, ha affermato Roscia, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus.
Siamo disinnamorati della nostra lingua
Se provassimo sentimenti più profondi nei confronti della nostra lingua ci esprimeremmo meglio, questa è l’idea che Massimo Roscia si è fatto del maltrattamento quotidiano che se ne fa dell’italiano: “Molti studiosi si interrogano sull’impoverimento lessicale, sul degrado culturale, ma la responsabilità è di tutti noi. Abbiamo una scarsa considerazione della nostra magnifica lingua e della sua funzione, non l’amiamo come dovremmo, io la amo, dovremmo amarla tutti, di più”, ha aggiunto l’autore di Peste e Corna, in tutte le librerie dal 6 marzo.
Frasi plastificate
Non tutti i luoghi comuni sono uguali, “non c’è da gridare allo scandalo, adoperiamo termini in maniera meccanica, acritica, ma dobbiamo distinguere le frasi fatte, plastificate, da altre: la matematica non è un’opinione, lo stato dell’arte, ad esempio, sono insopportabili. Interroghiamoci sull’etimo, sull’origine, alcune di queste frasi vengono dalla Bibbia e sforziamoci di usare parole nostre.”
Peste e corna
“Lo spirito del libro è di sorridere insieme. Ricordo il colonnello Bernacca, che è il meteorologo col quale sono cresciuto, lui ci raccontava le previsioni del tempo col sorriso. Oggi c’è un abuso di frasi ed espressioni: tra sciabolate artiche e altri luoghi comuni non si capisce niente, ai miei tempi si chiamavano estate e inverno.”