Il pasticcere di Monterotondo Giampaolo Matrone, sopravvissuto alla valanga dell’hotel Rigopiano nella quale ha perso la moglie Valentina, voleva incontrare D’Alfonso atteso per un comizio elettorale all’interno di un luogo significativo per familiari e sopravvissuti della tragedia del gennaio 2017.
Era andato, insieme ad altri, presso la Chiesa di Sant’Agostino ad Atri per incontrare il governatore della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso per un confronto che, poi, non c’è mai stato
“A noi non interessa la politica, non facciamo distinzioni di nessun tipo – ha affermato Matrone ai microfoni di Legge o Giustizia su Radio Cusano Campus – abbiamo visto che era in programma un comizio nella Chiesa di Atri. Sul banchetto dove l’altro giorno i politici stavano tirando fuori le loro perle di saggezza, tempo fa c’erano tre bare, bare di ragazzi schiacciati dalla valanga come me e mia moglie. Non abbiamo accettato questo gesto. Soprattutto un gesto fatto dal governatore dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso che oggi non è ancora nella lista degli indagati. Con noi, nei nostri confronti, ha delle responsabilità almeno morali. Non si è mai degnato di spendere delle parole. Anzi, fa anche delle battute su facebook scrivendo che spera che quest’anno non cadano altre migliaia tonnellate di neve. Lui non è una persona normale ma è il presidente dell’Abruzzo. Noi non vogliamo attaccare un partito”.
Sembra che D’Alfonso, una volta saputo della presenza di sopravvissuti e parenti delle vittime, abbia preferito non presentarsi al comizio
“Quando siamo entrati in Chiesa qualcuno ci ha riconosciuto, ci ha fatto una foto ed ha avvisato D’Alfonso. Lo abbiamo capito leggendo labiale che era chiarissima: “ci sono quelli di Rigopiano”. Ormai siamo “quelli di Rigopiano” come se fossimo un’associazione mafiosa. Dopo aver saputo della nostra presenza stranamente D’Alfonso non si è più presentato per un contrattempo. Quello di Atri è stato l’unico comizio saltato dal governatore”.
I rapporti tra le persone di Rigopiano ed il governatore non sono certo idilliaci
“Un’altra persona, il papà di una vittima, lo ha incontrato e D’Alfonso gli ha anche riso in faccia. Io non conosco D’Alfonso ma da quello che dicono in Abruzzo è che non è una persona alla quale dare fiducia e che è molto protetta”.