Renato Villalta quella mano educata dai 4 metri
con l’altezza di un Centro
RENATO VILLALTA è stato uno dei giocatori del più importante periodo della nazionale italiana a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80.
Veneto di Maserada sul Piave, nasce il 3 febbraio del 1955, e ha giocato per 15 anni in Serie A. Ala grande con l’altezza di un pivot, dotato di 204 centimetri con una mano educata nel tiro dalla media distanza, ha iniziato il percorso nelle giovanili della società Basket Mestre, un punto di riferimento per tutto il Nord-Est. In quel sodalizio venne introdotto da Augusto Giomo, e lui a 16 anni gioca già in Serie B. Parliamo della stagione 1971-72 nella quale Renato Villalta segna 187 punti. A 18 anni viene impiegato nel ruolo di centro, vista l’altezza, e il Basket Mestre nel 1974 è promosso in Serie A. E lui segna complessivi 536 punti.
Il suo esordio in Serie A1 avviene nel settembre del 1974, e lui gioca ora da ala-pivot, poi nel 1976 la Duco Mestre, a soli 21 anni, lo cede per una cifra record: 400 milioni di lire, un’enormità sia per la proporzione economica sia per un ragazzo di quell’età. E non viene ceduto al primo club che passa in Laguna, ma alla Pallacanestro Virtus Bologna, le V nere. Sarà un amore stupendo, durato per 13 stagioni sportive. Villalta diventerà uno dei simboli della franchigia dell’Avvocato Porelli, conquistando lo scudetto nei tre anni di Dan Peterson allenatore, e compagni di squadra del livello assoluto di Kresimir Cosic e McMillian. Di titoli italiani Bologna ne vincerà altri due, oltre a un paio di Coppe Italia.
Con i bianconeri felsinei ha il record di punti assoluto per tanti anni, 7306, prima di venire superato da un certo Antonello Riva: Villalta ha segnato una media di 15,5 punti a partita giocata con 6,6 rimbalzi per un totale, tra attacco e difesa, di ben 3133. Numeri importanti, per una carriera da applausi.
Sul piano tecnico il generoso Renato è stato un valido e un buon difensore, capace di raccogliere rimbalzi tanto nelle retrovie quanto in attacco. Anche come passatore ha fatto il suo. Ma viene ricordato per quel tiro laterale al canestro e scoccato dai quattro metri. Al punto da venir definita quella distanza la “famosa mattonella di Villalta”.
Avrebbe terminato la parabola sportiva nella Benetton Treviso per due anni, come fine della sua strada agonistica.
Ma abbiamo il dovere di ricordare come Villalta abbia viaggiato alla grande anche in Nazionale: in azzurro Renato ha giocato 207 partite, ed è al 7° posto nella graduatoria delle presenze; e ha segnato 2265 punti, 3° assoluto, tra i realizzatori con l’Italia. In Nazionale ha giocato alle Olimpiadi di Mosca nel 1980 arrivando alla finale persa con la Jugoslavia per 86-77.
Ma a Nantes la sua Italia, quella di Sandro Gamba allenatore e in campo con Caglieris, Marzorati, Sacchetti, Riva e Meneghin, avrebbe vinto la medagli d’oro europea contro una grandissima Spagna, nel 1983, battendo gli iberici per 105-96. Non esisteva ancora, il tiro da 3 punti, all’epoca. L’anno dopo l’Italia è medaglia d’argento ai Giochi del Mediterraneo e 5° a Los Angeles, ultima fatica per Dino Meneghin in azzurro. Nel 1985 Villalta e la Nazionale sono 3° dietro alla temibile Unione Sovietica e alla Cecoslovacchia negli Europei disputati in Germania.
Nel 1986 l’Italia è solo sesta, ai Mondiali in Spagna.
Della Virtus Bologna Villalta è stato anche vicepresidente per diversi anni. Per due è stato anche il massimo dirigente, dal 6 maggio 2013 al 13 ottobre 2015.