Gastone Nencini il Leone del Mugello
Ha conquistato un Giro e un Tour: in questo
è stato il quarto ciclista italiano
GASTONE NENCINI il Leone del Mugello è stato uno dei più intraprendenti corridori in bicicletta dello Sport internazionale. Nato a Barberino del Mugello il 1° marzo del 1930, ha corso anche su pista. E’ stato Ciclista Professionista per 12 stagioni sportive, dal 1953, ventitreenne, al 1965.
Nencini, oltre ad aver conquistato un Giro d’Italia, è stato uno dei primi quattro italiani a vincere ai Campi Elisi a Parigi il Tour de France, dopo Ottavio Bottecchia, Gino Bartali, altro grande esponente toscano delle due ruote nel mondo, e Fausto Coppi, il Campionissimo. E prima di Felice Gimondi, 1965, Marco Pantani, 1998, e Vincenzo Nibali.
Il Giro d’Italia il coraggioso e indomito toscano di Barberino del Mugello lo ha vinto nel 1957, dopo aver sfiorato il primato finale due anni prima quando venne penalizzato da una foratura e fu attaccato da altri due grandi, il menzionato Coppi e Fiorenzo Magni. Nel 1955 tornerà a casa con 8 tappe vinte e la maglia verde di miglior scalatore, oltre a vestire per 8 giorni la maglia rosa.
Nel 1960 Nencini accarezzò ancora la possibilità di vincere la corsa a tappe italiana, ma se la vide con due campioni assoluti quali il francese Jacques Anquetil, e il lussemburghese Charly Gaul, grandissimo scalatore e bravissimo a cronometro ma non forte, in discesa.
Nencini era conscio di dover attaccare tutti i giorni, e vinse a Rieti dopo aver primeggiato al Terminillo.
All’epoca le telecamere non seguivano la corsa come sarebbe accaduto dagli anni ’80, ma erano fisse a un chilometro dal graguardo.
I telecronisti della RAI erano Adone Carapezzi e il giovane Adriano De Zan, che avrebbe raccontato le biciclette su strada per oltre 35 anni, con la sua stupenda voce e il suo passo da esperto delle due ruote. Videro Nencini e Carlesi, con quest’ultimo che lascia la tappa al compagno di fuga per prendersi la maglia rosa.
La seconda giornata importante arrivò a Sestri Levante, con Nencini che distanzò tutti in volata. E quando arrivò a Bormio il giorno del tappone alpino, Nencini cercò di staccare Anquetil in salita provando a distanziarlo mentre scendeva dalla popolare cittadina della Valtellina. Successe un imprevisto. Partì Carlesi a prendere il normanno. Il francese, con le informazioni erronee che arrivavano da Radio Corsa, vinse per soli 28 secondi beffando Gastone Nencini, che avrebbe meritato il suo secondo Giro d’Italia. Mancandolo di poco.
Il toscano si è rifatto al Tour de France, e il 1960 per il ciclismo italiano tornò a essere d’oro. Nencini trionfa a braccia alzate aux Champs Elysées.
Parliamo delle corse di un giorno. Nencini vinse la Tre Valli Varesine nel 1956, fu 3° al Giro del Lazio del 1957 e nella Milano-Torino del 60; 2° al Giro dell’Appennino del 1962 e anche al Campionato di Zurigo nel 1964. Complessivamente in 12 anni ha vinto 24 corse.
Ai Mondiali ha partecipato 6 volte in maglia azzurra ottenendo, al massimo, un 4° posto a Frascati nel 1955, e un’ottava posizione a Berna nel 1961. Ma fu importante nel lavoro di squadre, nel 1958, a Reims, per mandare in fuga Ercole Baldini che divenne così campione iridato.
Nella vita non è stato fortunato, Gastone Nencini, che se ne è andato prima di compiere 50 anni, nel 1980, dopo una breve malattia che lo ha stroncato, il 1° di febbraio, a Firenze.
E’ sepolto nel cimitero comunale di Barberino.
In onore di Gastone Nencini c’è un monumento lungo il Passo della Futa, con la celebre cronoscalata che gli è stata dedicata. Lì c’è una scritta che dice: “A Gastone Nencini, il Comune di Barberino, gli sportivi, i compagni di tante battaglie ricordano il campione mugellano”. La corsa, partita dal suo paese, Barberino del Mugello, da quell’anno è chiamata Cronoscalata della Futa-Memorial Gastone Nencini.
Nel 2012 in Toscana hanno chiamato con il suo nome e il suo cognome un canale televisivo, ovviamente dedicato al Ciclismo.