“In Italia la minaccia di terrorismo rimane concreta ed attuale”. Lo rileva l’annuale relazione del Dis “non solo in ragione del ruolo di rilievo che il nostro Paese da sempre occupa nell’immaginario e nella narrativa jihadista, ma anche per la presenza sul territorio nazionale di soggetti radicalizzati o comunque esposti a processi di radicalizzazione”.
Il Paese è infatti «oggetto dell’attività propagandistica ostile di Daesh (Isis,ndr) e continuano ad essere presenti nel suo territorio soggetti radicalizzati – tra i quali “islamonauti italofoni” – o comunque esposti a processi di radicalizzazione». A rivelarlo è la relazione annuale dell’intelligence presentata oggi. In particolare, viene segnalato “il pericolo rappresentato dagli estremisti homegrown, mossi da motivazioni e spinte autonome o pilotati da registi del terrore“.
“Secondo la relazione 2017- aggiunge Pansa – Daesh ha subito pesanti sconfitte sul piano militare e si è ridotto ulteriormente nella sua dimensione territoriale e finanziaria, ma potrebbe essere ancora in grado di colpire l’Europa, anche con cellule ben addestrate. Al Qaida resta impegnata a perseguire i suoi obiettivi di lungo termine, rimane preminente in varie aree, continua ad attrarre un numero cospicuo di gruppi minori, e mantiene capacità e volontà di pianificare attacchi”.
Terrorismo: crescono le minacce all’economia italiana
L’inversione di tendenza degli sbarchi dalla Libia non può considerarsi definitiva: i network criminali che gestiscono il traffico di esseri umani sono radicati, flessibili e in continuo aggiornamento. L’intelligence punta il mirino contro le partenze da Algeria e Tunisia, che prevedono approdi in Italia sotto costa per eludere la sorveglianza marittima. Questo incrementa la possibilità di infiltrazioni criminali e di terrorismo.
Il Dis fa notare che nel 2017 ci sono state “iniziative acquisitive straniere delle quali non appaiono sempre chiari i reali attori di riferimento” nei confronti del sistema produttivo nazionale. Gli attori esteri hanno aumentato le manovre per occupare spazi di mercato italiano, manovre sospettate di operare d’intesa con i rispettivi servizi segreti. Alla luce di ciò gli 007 hanno posto un’attenzione particolare ai settori delle telecomunicazioni, i servizi informatici e della difesa.