Stadio Roma; Fassina (SPR): “Tifosi che investono potrebbero ritrovarsi senza risparmi. Continua ad esserci un’enorme opacità intorno a questo progetto che riguarda interessi trasversali”
Stefano Fassina, consigliere comunale di Sinistra per Roma, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia”, condotta da Gianluca Fabi e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Due interrogazioni sullo stadio
Sull’iter di approvazione del progetto dello Stadio della Roma dal Consiglio comunale capitolino calano due interrogazioni: dodici domande in totale presentate da Fassina e dalla consigliera M5S Cristina Grancio. “Noi fin dall’inizio abbiamo cercato di tenere al centro delle nostre valutazioni il merito dei punti contenuti nel nostro programma – ha spiegato Fassina – su questa vicenda dello stadio, la Grancio è coerente con il programma proposto dal M5S, per questo ci siamo naturalmente trovati su questioni molto serie che riguardano la democrazia, l’urbanistica e la tutela del risparmio. Il protagonista del progetto non è l’As Roma ma una società di cartolarizzazione con sede negli Stati Uniti, che cartolarizza un debito sottoscritto da un’altra società sempre di Pallotta che a sua volta riceve questo finanziamento da una grande banca d’affari americana. Un intreccio molto complicato. Noi non vogliamo sbandierare certezze, vogliamo capire perché i tifosi romanisti , interessati alla realizzazione dello stadio, che decideranno di comprare le azioni di queste società, si potrebbero trovare a non avere indietro i risparmi che investono. E’ dunque una questione che riguarda anche la Consob che dovrebbe essere interessata a valutare che sia tutto apposto, noi abbiamo seri dubbi.
La questione urbanistica
“Il PD è intervenuto, date le difficoltà politiche della maggioranza 5 Stelle in consiglio comunale – aggiunge Fassina – con un emendamento che consente di bypassare il consiglio comunale sulla variante al Piano regolatore, che potrà essere così adottata da un organo tecnico come la Conferenza dei servizi esautorando l’Assemblea capitolina da un dibattito e da un compito che le norme di legge le hanno destinato di diritto. Questa è una scappatoia introdotta dal Pd che ha giocato di sponda con la sindaca di Roma per arrivare a raggiungere un obiettivo che vede interessi trasversali. C’è stata un’enorme opacità, che non nasce con la giunta Raggi. Questo progetto, fin dalla giunta Marino, è stato caratterizzato da scarsa trasparenza.