Licei in vetta alla classifica delle scuole più gettonate dalle famiglie italiane. Si continuano a preferire istituti scolastici propedeutici all’università. Come in passato. Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus, con Alex Corlazzoli, maestro e giornalista de “Il Fatto Quotidiano” che ha commentato la notizia come lo specchio di una “Italia immobile, che non cambia mai volto e non capisce la validità dei tecnici professionali”.

Al termino di un percorso di studi negli istituti professionali, per uno studente è immediato l’ingresso nel mondo del lavoro, ma nonostante tutto i genitori, probabilmente con l’ausilio dei docenti, invogliano i figli a studiare.

Famiglie digitali?

Se i dati ci fanno sapere che il 71,8% delle famiglie italiane è in grado di portare, autonomamente, a termine l’iscrizione online significa che finalmente le utilità del mondo virtuale cominciano ad essere comprese, anche dagli adulti. “Sono soprattutto i genitori del Nord, i veneti e i friulani, ad usare la piattaforma digitale per portare a termine l’iscrizione online. In Sicilia magari il computer manco ce l’hanno, hanno solo un cellulare. Questa è la realtà di una Italia dove internet, per certe regioni continua ad essere un tabù”, ha affermato Corlazzoli, che subito dopo si è detto insoddisfatto dei risultati diffusi.

Licei preferiti per mancanza di occupazione

“Le ragazze sono, da sempre, più brave a scuola: è un vecchio dato. I licei vengono preferiti ad altre scuole soprattutto a Sud, a causa della mancanza di occupazione. Si preferisce allungare il periodo di studio, sono dati che preoccupano e danno la sensazione di trovarci in un’Italia immobile”, ha aggiunto.

 

Patria di musicisti e artisti, licei artistici dimenticati

I futuri universitari, dunque, hanno il compito di dover scegliere, anche bene, la facoltà da seguire. Quello che dispiace, è che in una “Italia patria della musica solo il 4,1% scelga il liceo artistico o il coreutico. Il liceo artistico è ovunque, nella patria dell’arte. I giovani si iscrivono in pochi, dovremmo farci qualche domanda su come viene insegnata l’arte, nella scuola primaria o secondaria. L’orientamento a scuola è superficiale, insufficiente, analfabeta.”

Ascolta l’intervista integrale