“Gay, c’è poco da essere pride”. Il manifesto, che riporta testualmente queste parole dal forte contenuto discriminatorio, è stato affisso davanti alle porte del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Milano. Lo stesso istituto, nei giorni scorsi, si era trovato al centro di un’aspra polemica legata alla convocazione, da parte degli studenti, di un’assemblea su diritti lgbt, malattie trasmissibili e Aids, trovando il dissenso di 11 docenti che hanno dato seguito alla loro contrarietà scrivendo ai genitori.
“Gay, c’è poco da essere pride”: un 50enne il responsabile
Dopo il disorientamento iniziale si è risaliti all’autore del manisfesto, un uomo sulla cinquantina che si è presentato nella mattinata di martedì 6 febbraio davanti a scuola ed ha affisso il suo libello che portava il seguente sottotitolo: “Come infettare il mondo con un mare di malattie legate ai comportamenti omosessuali”.
Stando alla versione del 50enne, sarebbe l’omosessualità la causa principale del moltiplicarsi di casi di epatite, inoltre, sarebbero aumentati parassiti, verruche e batteri. Ed i suicidi sarebbero 40 volte di più tra gli omosessuali. Dalla scuola diffondono poche righe per tentare di chiarire la dinamica dell’increscioso evento:
La versione della scuola
“Questo signore ha cercato di appoggiare il suo cartellone sulla parete del liceo ma un nostro professore l’ha fatto spostare, così lo ha appoggiato su un palo. Non era affisso sulla scuola e con la scuola non c’entra. Nessuna condivisione per idee retrograde, ma questo fatto non implica alcuna connessione con la nostra realtà, aperta e rispettosa dei diritti di tutti. Non ci sono mai stati episodi di intolleranza”.
Queste le parole utilizzate dal vicepreside Guglielmo Pagani per fugare ogni dubbio sul coinvolgimento della scuola, già al centro di polemiche. Pochi giorni fa nella scuola si era tenuta una assemblea sui diritti Lgbt, seguita da una lettera di protesta da parte di undici professori.