Il direttore della felicità è l’ultima novità, contraddittoria, che arriva dal mondo del lavoro. Mentre i dubbi, sul fatto che anche l’Italia possa comprendere l’importanza del benessere emotivo nelle stanze impiegatizie, avanzano, Amazon fa sapere di un ‘braccialetto controllore’ per i dipendenti. Il direttore della felicità, dalle nostre parti, per ora, è un’idea, il braccialetto è realtà. Abbiamo riflettuto sulla contraddizione in essere con due esperti: uno psicologo, Stefano Silvestri, col quale ci siamo concentrati sulla buona notizia; e con un sociologo, Francesco Rao, col quale abbiamo confrontato la trovata meno positiva: “Il modello Amazon ci rimanda ad un sistema lavorativo incentrato sulla velocità delle Risorse Umane, che probabilmente non entusiasma, emotivamente”, ha affermato Rao, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus.
Se i dipendenti Amazon non sono felici, come possono produrre bene?
Quanto al fattore felicità, negli USA, il direttore della felicità è realtà, è un esperimento riuscito, mentre in Italia, a parte qualche sporadico caso, che ha sperimentato lo yoga, o la meditazione, con buoni risultati, l’idea è giudicata rivoluzionaria sia da Rao che da Stefano Silvestri, psicologo e psicoterapeuta.
Cosa significa essere felici?
“Essere felici significa essere quello che ci piace”, questa è la definizione data da Stefano Silvestri, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus, “fare yoga, meditazione, cucinare, con gli altri è un’occasione di conoscenza, rallenta la diffidenza. Essere felici significa esprimere al massimo il proprio potenziale. Condividere il proprio essere con gli altri è un regalo che facciamo a chi ci sta vicino. Gli americani hanno già messo tutto in atto perché sono pragmatici, noi creiamo loro mettono in pratica le nostre idee.”
Il direttore della felicità è “una straordinaria novità che si rifletterebbe sul benessere dei lavoratori, è un facilitatore e averlo in azienda significa tanto, è una strategia che serve a valorizzare le risorse umane. La ricerca della felicità viene prima di ogni cosa. Altro fattore importante per le aziende è dato dalla gestione degli orari di lavoro: avere una maggiore flessibilità di ingresso, o uscita, dal lavoro è un altro contributo migliorativo delle cose”, ha sottolineato il sociologo Francesco Rao.