Adolescente, romana, adescata e abusata tramite Facebook. Questa l’ultima disavventura, in ordine cronologico, causata da un maleducato uso dei social network. La quattordicenne veniva illusa da un fantomatico venticinquenne, studente di medicina, con precedenti per violenza sessuale, che chiamava anche a scuola dicendo di essere il padre. Il flirt bugiardo andava avanti da quattro anni, tant’è che alla studentessa era stato tolto il cellulare dai genitori successivamente riacquistato dal violentatore.

Dove sono gli adulti?

Appare del tutto assente l’esistenza di persone adulte nella vita della giovane, abusata. Il gesto, da parte dei genitori, non è stato sufficiente ad arginare il dramma. Quali sono le ripercussioni psicologiche del fatto sulla quattordicenne? “Possiamo parlare di disorganizzazione acuta, una fase che porterà forti conseguenze da un punto di vista emotivo e psicologico: la paura, la vergogna, sono le emozioni predominanti, accompagnate da un forte senso di isolamento. ‘Me la sono andata a cercare’, ‘sono stata la prima a dare adito a questa relazione’, questi potrebbero essere i pensieri ricorrenti dell’adolescente abusata”, ha affermato la psicologa Mio Lì Chiung, intervenuta a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus. L’esperta ha parlato anche di una seconda, dolorosa, fase emotiva, cioè quella del “riconoscimento, che può durare moltissimi anni. Qui vengono espressi sentimenti di vulnerabilità, elaborazione. Possiamo parlare, a tutti gli effetti, di lutto e perdita.”

La gogna mediatica per i genitori

Non sono esonerati dal dolore, i genitori. Possono essere devastanti per loro, gli effetti della “gogna mediatica. Questo episodio ha suscitato, in tantissimi, il diritto di poter giudicare questi genitori non sufficientemente attenti e di non aver controllato adeguatamente la ragazza”, ha sottolineato Mio Lì Chiung.

I pericoli invisibili del mondo digitale

Internet è un universo parallelo a quello reale, “è un mondo ideale. C’è ancora tanta disinformazione nei messaggi trasmessi. Abbiamo bisogno di comprendere e analizzare l’educazione digitale. Il problema non è avere o no un telefonino, ma saperlo utilizzare. Sono gli adulti i primi a non saper usare i social.”

Uscirà a breve “Mio figlio è virtuale” di Michele Zizza, giornalista e digital media advisor. “E’ un libro scritto con Annalisa D’Errico, attenta al fenomeno, con la prefazione della Garante Filomena Albano, dove si parla del rapporto genitori – figli in rete. Negli articoli viene analizzato l’aspetto pedagogico – esplorativo, i nuovi termini, la complicità in rete, contiene anche alcuni escamotage per crescere online coi figli”, ha affermato l’autore Zizza.

 

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