Occupazione femminile: il 2017 è stato un anno positivo, il migliore dal 1977, per il 48,8% delle donne con un lavoro. La situazione è positiva, soltanto, rispetto al passato e alla Grecia. Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa con Vincenzo Trabacca, direttore generale di Antal Italia: “Per le donne trovare un lavoro a tempo indeterminato è più difficile rispetto agli uomini. Sono più svantaggiate le donne con titoli di studio inferiori, come quello di scuola media, rispetto alle laureate.”
I dati
Le donne in età lavorativa (15-64 anni) con una occupazione hanno sì raggiunto il record del 48,8%, ma restano ancora lontane dal 66,8% degli uomini. In termini assoluti, le donne occupate hanno raggiunto nel 2017 quasi quota 9.7 milioni, contro le poco più di 9,5 milioni del 2016. Tuttavia, se andiamo ad analizzare l’ultimo dato Eurostat, sul fronte dell’occupazione femminile l’Italia resta agli ultimi posti: il suo 48,2% è più altro solo rispetto al 43,3% della Grecia. Ben lontano dal 61,6% della media dei 28 paesi europei. E ancor di più dai record di Svezia (74,6%), Norvegia (71,9%) e Germania (71,0%). A pesare sul dato dell’occupazione femminile italiana c’è anche la difficoltà nel conciliare il lavoro con la famiglia: in base agli ultimi dati degli ispettorati del lavoro 30mila donne hanno dato le dimissioni dal posto di lavoro in occasione della maternità. Secondo l’Istat in Italia ci sono 22,5 posti in asilo nido ogni 100 bambini tra 0 e 3 anni, ben al di sotto dei 33 posti indicati come obiettivo strategico dall’ Unione europea.
Differenze tra Nord e Sud
“In Italia per questioni culturali è la donna ad occuparsi della famiglia, questo è dovuto al fatto che ci sono pochi asili nido. Assumono sia le aziende pubbliche che le private, nell’ambito delle vendite, del marketing, del commerciale, in certi casi vengono anche preferite rispetto agli uomini. A Sud il problema rimane, le donne che riescono a trovare lavoro sono maggiori a Nord”, ha concluso Vincenzo Trabacca.