Omicidio Polizzi. L’avvocato Manuela Lupo, legale rappresentante di Valerio Menenti, è intervenuta ai microfoni di Legge o Giustizia condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna per Valerio Momenti, reo, in primo e secondo grado, di essere stato il mandante dell’omicidio di Alessandro Polizzi, delitto compiuto materialmente dal padre Riccardo (per lui è stato confermato l’ergastolo.
Omicidio Polizzi: in Cassazione ci abbiamo creduto fino in fondo c’erano tantissimi motivi perchè la sentenza cascasse e fosse annullata
“Non conosciamo le motivazioni ma il dispositivo è lampante perché c’è l’annullamento totale della sentenza. Valerio non è un uomo libero. Lui è in carcere da quasi cinque anni. La scarcerazione non è un atto conseguenziale all’annullamento. È ancora in vigore l’istanza di custodia cautelare secondo la quale lui deve rimanere in carcere perché ci sarebbe il pericolo di reiterazione del reato. Siamo in attesa che Perugia ci dia i domiciliari con braccialetto elettronico”. Si ripartirà dal processo d’Appello, questa volta a Firenze invece che a Perugia: “A Firenze reitereremo tutte le istanze già presentate a Perugia. Speriamo in un occhio più imparziale rispetto all’ambiente in cui abbiamo svolto gli altri due processi. Ci sono delle nullità che faremo rivalere”.
Secondo l’accusa, Valerio Menenti, dall’ospedale, avrebbe chiesto al padre Riccardo di andare ad uccidere Alessandro Polizzi.
Ci sono prove o testimoni che certifichino questo “mandato”? “Assolutamente no. Ci sono elementi contrari come le intercettazioni effettuate in carcere. Nel primo mese di detenzione i due sono stati messi nella stessa cella e registrati dal pubblico ministero. I ruoli sono molto chiari. Il figlio è stupito e sconvolto da ciò che ha fatto il padre”. Ne è stato tenuto conto? “Assolutamente no. Ci è stato detto che è stato sostenuto che i due sapessero di essere registrati”. E se fosse successo il contrario, ovvero se Valerio si fosse tipo congratulato con il padre per aver fatto quello che gli era stato chiesto? “Sarebbe stata una prova”. Quale è stata la reazione di Valerio Menenti dopo la sentenza della Cassazione? “Sno rimasta colpita. Lui era emozionato ed attendeva con ansia questa decisione. La prima domanda che mi ha fatto è stata “sei felice?”. Lui a me. Questo mi ha colpito molto”.