Telefonia mobile: il ritorno alla fatturazione mensile, dopo anni in cui avveniva ogni 28 giorni, si sta trasformando in un’ennesima presa in giro per i consumatori.
Telefonia mobile. “Fatta la legge …trovato l’aumento” commenta ai microfoni di Radio Cusano Campus, la Vice Presidente di Federconsumatori Renza Barani, che nella trasmissione dedicata ai diritti dei consumatori Siamo ciò che paghiamo, condotta da Livia Ventimiglia ha spiegato: “All’indomani delle disposizioni definite nel DL Fisco che riportano la fatturazione su base mensile, alcuni gestori hanno deciso comunque di non rinunciare al maggiore guadagno permesso dalla fatturazione a 28 giorni. Prima di Natale Tim, poi anche Vodafone, hanno inviato agli utenti una comunicazione che li informa come, attraverso il il metodo della modifica unilaterale del contratto, le tariffe aumenteranno, guarda caso, proprio dell’8,6%. Esattamente pari all’aumento riportato dalla tariffazione a 28 giorni.”
Una condotta definita dall’associazione di consumatori inqualificabile da parte delle compagnie telefoniche che non hanno perso l’occasione per confermare il rischio di una ipotesi di cartello.
Alla domanda “come possiamo difenderci” Renza Barani risponde: “stiamo studiando ogni possibilità, a partire da una segnalazione all’Antitrust, per contrastare questo inaccettabile escamotage ideato per eludere lo scopo della norma contenuta nel DL Fisco vale a dire la possibilità di ricavare una tredicesima mensilità a danno delle tasche dei consumatori.
A livello privato ognuno di noi ha il diritto di recesso, che potrebbe far valere entro 30 giorni dall’arrivo del messaggio dell’operatore che ci comunica l’aumento, per poi andare a cercare una tariffa più vantaggiosa. Il rischio tuttavia è quello di non riuscire trovare un gestore più conveniente perché si stanno allineando tutti sugli aumenti.