Il bambino del treno è l’ultimo lavoro di Paolo Casadio, autore, pluripremiato, di Ravenna. Nel libro “si gioca tutto su rapporti di sentimento. Lo svolgimento della storia è molto semplice: il protagonista, Romeo, nasce e cresce in una valle isolatissima, talmente isolata che non interessa a nessuno, ma con un grande senso di comunità”, ha affermato lo scrittore, a #genitorisidiventa, sun Radio Cusano Campus.

La ricchezza della povertà

Al mondo, gran parte delle persone che vivono per sopravvivere, riescono a tirare avanti con poco. Questa è la realtà rurale del ’43, che Casadio ha studiato nel dettaglio e che ha voluto riportare nel suo lavoro. Le difficoltà sono molteplici, geografiche, storiche, ma la carica umana della famiglia, del posto in cui vive e di un incontro fatale, renderanno unica la storia di Romeo. 

 

Raramente, si parla dell’amore tra bambini. Tendiamo a raccontare l’amore tra adulti: nelle canzoni, a cinema, nei libri. L’amore tra due persone mature si costituisce spesso di difficoltà da affrontare, di ipocrisie, incomprensioni, invece, i bambini quando si amano cosa provano? Come amano? Paolo Casadio, in uno scenario d’orrore e grandi difficoltà, vuole raccontare un amore diverso, tra due persone che non conoscono la vita e non sanno cosa c’è oltre quello che vedono. “Mi serviva il punto di vista dei bambini, perché privilegiato. L’amore Tra Romeo e Flavia, che si incontrano sul treno, è innocente, pulito. Flavia è reduce dalla razzia degli ebrei e nel loro incontro sul treno c’è un innamoramento immediato”, ha detto Paolo Casadio. 

Il bambino del treno, Piemme Edizioni, è il figlio del casellante Giovanni, è la storia di un padre e della sua lotta contro il tempo per raggiungere e salvare il figlio che è salito su un treno che lo porterà ad Auschwitz.

Casadio ha definito la sua opera come in “un viaggio di morte, un modo per dare speranza alla vita. Oltre la violenza c’è speranza?”

 

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