L’8 agosto del 117 d.C. moriva l’Imperatore romano Marco Ulpio Nerva Traiano. Dopo 1900 anni, una grande mostra allestita presso i Mercati Traianei celebrerà l’optimus princeps fino al 16 settembre prossimo. Traiano: l’imperatore che portò l’impero romano alla sua massima estensione. Cosa significa costruire un Impero? E in che relazione sta l’Impero Romano con l’Europa di oggi? Politica, economia, welfare, conquiste militari ottenute senza esclusione di colpi; inclusione di popolazioni diverse sotto un unico Stato che governa con leggi che ancora oggi sono alla base della giurisprudenza moderna; la buona amministrazione, influenzata anche da donne capaci, “first ladies” autorevoli; campagne di comunicazione e capacità di persuasione per ottenere il consenso popolare attraverso opere di pubblica utilità, “magnificentia publica” e lusso privato, ma discreto.

Dell’Imperatore romano si è parlato recentemente in una puntata de “La Storia Oscura, trasmissione curata e condotta da Fabio Camillacci. Tra gli altri è intervenuto il professor Marxiano Melotti, docente di Sociologia dell’educazione e di Sociologia del turismo, nonché direttore del Master in musei e valorizzazione del patrimonio culturale all’Università Niccolò Cusano.

La vita di Traiano a Radio Cusano Campus

“Quella di Traiano –ha detto il professor Melotti- è stata veramente un’età d’oro per Roma e per l’Impero romano. Traiano corrisponde proprio alla figura moderna di Imperatore di buon Principe, capace di unire il potere alle capacità militari, anche con una visione strategica di controllo, di organizzazione dello Stato. E poi le straordinarie vestigia che ci ha lasciato in eredità e che ancora oggi possiamo ammirare. Basta passeggiare per il centro di Roma per vedere l’incredibile patrimonio archeologico-architettonico Traianeo, dai Mercati al Foro, passando per la Colonna Traiana: quest’ultima un autentico capolavoro di comunicazione politica, l’invenzione dei moderni mass media. Cioè, una colonna stendardo che racconta tutto di Roma, dell’idea romana di potere, del rapporto tra potere e popolazioni sottomesse; una grande lezione ideologica che ci mostra ciò che era la civiltà romana secondo gli stessi romani. Delle opere impressionanti costruite nel periodo che corrisponde con la riorganizzazione strutturale dell’Impero. Peraltro, delle opere molto utili per il popolo di Roma di quel tempo. Ma al tempo stesso, Traiano è stato anche un grande comunicatore”.

Traiano, il primo imperatore non romano.

A tal proposito il docente dell’Unicusano ha detto: “Questo aspetto è fondamentale. Traiano di origine spagnola nato nella città di Italica, segna un cambiamento concettuale importantissimo nell’organizzazione dell’Impero. E chissà forse anche uno degli elementi che oggi lo rendono una figura particolarmente interessante: cioè, la capacità di costruire un’organizzazione politica in grado di integrare tutti i propri cittadini e in cui non c’è più un centro e una periferia ma cominciano a esserci tanti centri. Non a caso la mostra che dal novembre scorso è allestita presso i Mercati Traianei è dedicata proprio a questo, ovvero Traiano rappresenta la costruzione dell’Europa. Qui abbiamo un Imperatore spagnolo che viene da uno dei centri delle periferie dell’Impero e si ritrova nel centro assoluto: Roma. Quindi vuol dire, aiuta a riconfigurare l’Impero stesso come un insieme di centri e questa è la base vera dell’idea moderna di Europa e dell’idea di Europa moderna”.

Traiano, un imperatore grande viaggiatore in giro per il mondo

“Traiano più di altri -ha sottolineato il professor Marxiano Melotti dell’Università Niccolò Cusano- non è più l’Imperatore del centro del potere ma è l’Imperatore che si muove nell’Impero e lo tiene assieme proprio con queste sue continue presenze, che non sono soltanto campagne militari ma un modo per far vedere che comunque tutti i territori dell’Impero fanno parte di questa grossa e coesa interconnessa organizzazione politica, economica, giuridica, commerciale, culturale. Al tempo stesso, Traiano ci racconta però anche il declino, paradossalmente l’inizio del declino di Roma che non è più l’unico vero centro del potere ma comincia a essere una delle tante grandi città dell’Impero”.

Con Traiano imperatore, l’Impero romano raggiunse l’apice massimo della sua espansione, poi iniziò la discesa, il declino

“Con Traiano –ha concluso il professor Melotti- come detto nasce quella che noi oggi chiamiamo Europa. Cioè l’estensione culturale dell’Europa di fatto corrisponde proprio a quella impostata e raggiunta da Traiano. Dopo di lui, l’Impero di fatto comincia a ridursi, a contrarsi; non era più in grado di controllare davvero tutta questa enorme estensione. E le guerre daciche forse sono il momento più impressionante della politica e dell’esperienza di Traiano al comando. Come ci mostra d’altronde con grande chiarezza, con grande forza la Colonna Traiana, quelle furono guerre di una violenza estrema. Una violenza che la Colonna Traiana non cerca di mitigare, anzi se ne compiace e la mostra in tutto il suo orrore per volere dello stesso imperatore”.  Non a caso la mostra si intitola: “Traiano. Costruire l’Impero, creare l’Europa”.