Bullismo: una web radio ti seppellirà, forse. L’Istituto Bacaredda di Cagliari ha pensato bene di reagire così ad un episodio che non è ancora top secret. Francesco Genovese, referente del progetto, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus ha raccontato: “I ragazzi coinvolti sono del bienni, il tentativo è quello di produrre contenuti adatti alla loro età. La radio vuole parlare a loro.”

Come funziona la web radio dell’Istituto Bacaredda?

“Costruiamo dei podcast all’interno dei quali parliamo di bullismo, è questo il nostro tema: centrale e ricorrente. Al momento stiamo trattando i numeri del fenomeno in Italia. La web radio si suddivide in due parti: una musicale e un’altra parte destinata ai contenuti”, ha detto Genovese. 

Bullismo: rispetto alle altre iniziative, pensate per un target adulto, la web radio è “uno strumento per gli adolescenti, e degli adolescenti. E’ costata meno di cento euro.”

Gli strumenti

Come ogni emittente radiofonica che si rispetti è necessario munirsi degli strumenti adatti per procedere con la messa in onda e produrre contenuti. Con soli ottanta euro, come hanno raggiunto l’obiettivo al Bacaredda di Cagliari? Autofinanziandosi. “Abbiamo realizzato delle magliette della radio e con quei soldi abbiamo acquistato i cavi e altri strumenti, mentre gli strumenti musicali erano fermi in una biblioteca. Il resto lo abbiamo recuperato da casa o da scuola”, ha dichiarato il prof. Francesco Genovese.

Per quali ragioni avete deciso di occuparvi di bullismo?

La radio digitale del Bacaredda di Cagliari parla di bullismo, ma poteva trattare una qualsiasi altra questione. La scelta dell’argomento è legata ad un episodio che si è verificato a scuola, di cui non conosciamo i dettagli. Il prof. Genovese ha chiesto di non parlarne, ma ha affermato che la decisione è stata una reazione al problema. “L’episodio di cyberbullismo è venuto a galla grazie ad una famiglia, che ci ha informati. Inizialmente abbiamo risposto con attività in classe”, successivamente è nata la web radio.

 

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