Bullismo e cyberbullismo: continua la salita, la posta in gioco considerevole. Psicologi, sociologi, genitori, portano avanti il dibattito provando a capire meglio le ragioni che spingono a bullizzare e le caratteristiche dei bulli. Uno degli ultimi testi pubblicati è “Bullismo e cyberbullismo”, scritto a sei mani, Maggioli Editore. 

“Con questo e-book abbiamo pensato di proporre una guida multidisciplinare utile ai professionisti in ambito forense e agli operatori in ambito psicologico, criminologico, vittimologico, sociologico e del counseling. L’e-book non trascura i genitori, gli studenti e gli insegnanti e risponde ai loro interrogativi fornendo spunti concreti sulla base delle esperienze professionali degli autori in merito al fenomeno bullismo/ cyberbullismo anche alla luce della legge n. 71 del 29 maggio 2017.”, ha affermato Maria Pina Pesce, psicologa.

Profilo psicologico del bullo

L’esperta ha voluto delineare le caratteristiche psicologiche del bullo, definendone le caratteristiche psicologiche ed emotive, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus: “Il bullo è un bambino che non ha avuto, a livello psicologico, un buon attaccamento emotivo coi genitori. Molti ragazzini hanno genitori concentrati su loro stessi, dediti a mantenere un’immagine sociale rispettabile, ma che in famiglia sono aggressivi. I papà di questi bambini sono persone con tratti marcatamente narcisistici e che rimandano un’immagine di sé molto negativa. In una condizione simile il risultato è un bambino con un io fragile che non gli consente un adattamento costruttivo e funzionale alla realtà, bensì lo porta a estremizzare il suo Io patologico, mettendo in atto comportamenti molto aggressivi nei confronti di una vittima o più vittime, che per loro natura stimolano l’aggressività del bullo. Questo meccanismo aggressivo permette di sedare la forte ansia che nasce dal confronto delle proprie fantasie con la realtà.”

L’appeal sociale

“Il bullo ha un appeal sociale notevole, ed è grazie a questo appeal che usa l’aggressività per fare pressione verso persone che ritiene sgradevoli. Il genitore per migliorare la condizione psicologica di un adolescente – bullo deve semplicemente esserci.”

 

Anche la sociologa Manuela Marchetti si è dimostrata concorde sul problema della solitudine dei bulli, aggiungendo che il problema di questo ragazzi è da ritrovarsi nella loro condizione di solitudine: “Usano la rete irresponsabilmente. La famiglia responsabilizza troppo presto. Quello che dovrebbe farci riflettere è che i bulli non sanno neppure che bullizzare è un reato. Ora, più che mai, è necessario ricostruire un dialogo empatico coi ragazzi.”

 

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