Kristian Ghedina Talento e Coraggio
uno degli azzurri più amati dello Sci
Kristian Ghedina è stato uno dei più grandi discesisti dello Sci Alpino azzurro. Grande coraggio e tecnica, ha sempre riscosso l’ammirazione di tutto il circo bianco. Ha festeggiato di recente, il 20 novembre, il suo quarantottesimo compleanno, essendo nato nel 1969 a Pieve di Cadore. Cortina d’Ampezzo, dunque, è sempre stata casa sua. In discesa libera, la più ardua, la più ripida, tra le specialità agonistiche della montagna, è quello che ha ottenuto il maggior numero di vittorie nella storia della Coppa del Mondo.
La madre, Adriana Dipol, è stata la prima maestra di Sci di Cortina, che perì, proprio per un incidente sciistico, nel 1985. Il giovane virgulto esordisce a livello internazionale da Juniores ai Campionati del Mondo di Salen nel 1987. Il primo podio lo ottiene tra i grandi il 16 dicembre del 1989, sulla Saslong della Val Gardena, arrivando terzo dietro a un gigante d’atleta qual è stato Pirmin Zurbriggen e a Franz Heiser.
Da rilevare come, nell’anno del ritiro, il 2006, è passato all’Automobilismo.
Tra le cose più nobili Kristian Ghedina è testimonial dell’ADMO e ha dato la disponibilità a donare il midollo osseo. Giunge secondo poco dopo a Schladming, in Austria, e subisce un infortunio serio sulla pericolosa Streif di Kitzbühel. Si riprende con un’enorme dose di volontà, e arrivano le prime vittorie: il 3 febbraio a Cortina e il 15 marzo a Are, Scandinavia.
Il triennio della sua maturità agonistica, della sua palpabile crescita, è quello che va dal 1991 al 94. A Saalbach prima presenza mondiale, arriva 2° nella combinata e 9° nel SupeGigante. Non passa qualche mese che un insidioso episodio ne mina la salute in modo quasi sommario: resta in coma dopo un gravissimo incidente stradale sull’autostrada Torino-Milana. Resta in coma 9 giorni all’ospedale di Rho. Oltre alle lesioni superficiali e alle fratture interne, riparti seri danni cerebrali costretto adesso a una difficile e lenta riabilitazione motoria. In pochissimi avrebbero scomesso su un suo rientro a certi livelli.
Ma la forza d’animo, la volontà di Kristian lo portano a gareggiare con discreti risultati ad Albertville, in occasione dei sedicesimi Giochi Invernali: 6° nella combinata, 11° nella discesa libera. Non il massimo ma già un grande segnale, per uno che ha rischiato la vita in macchina. Risultati modesti anche ai Mondiali di Morioka nel 93 quando fu 13° mentre ai diciassettesimi Giochi Olimpici, con sede a Lillehammer, arrivò 20° nella discesa e 16° nella combinata. Ma il ritorn a piazzamenti di riguardo e livello non si sarebbero fatti attendere. Nel 1994-95 Ghedina sale cinque volte sul podio e vince due gare lottando fino all’ultima gara per la Coppa del Mondo di Discesa Libera, poi vinta dal francese Luc Alphand.
Nel 1996 ai Mondiali di Sierra Nevada arriva 2° dietro all’austriaco Patrick Ortlieb e 14° nel Supergigante. L’anno dopo, ai Mondiali disputati al Sestrière, conquista la medaglia di bronzo giungendo settimo nel SuperGigante, prova comunque che necessita un alto tasso di coraggio. Ai diciottesimi Giochi Olimpici Invernali, a Nagano, è sesto in discesa e sedicesimo nel SuperG, non conclude la combinata.
In Colorado, nel 1999, ai Mondiali, arriva dal 9 al 12°esimo posto nelle tre competizioni. Nulla di che.
Ma il percorso di Coppa del Mondo è quello che vive meglio, dal 1997 al 2000. Kristian Ghedina riesce a vincere gare ogni anno, restando con frequenza ai vertici della Discesa Libera con grandi avversari quali il transalpino Alphand, e i protagonisti del Wunderteam austriaco, la squadra delle meraviglie.
In quelle stagioni stabilì il record sulla pista da discesa più lunga della Coppa, la Lauberhorn a Wengen, Svizzera. La percorse a gran velocità in (2 minuti primi 24”23 centesimi nel 1997). E il 24 gennaio 1998 ottenne uno dei successi più prestigiosi vincendo a Kitzbühel sulla Streif, primo italiano a essere riuscito nell’impresa. Nel 2000 arrivò anche la prima unica in SuperGigante, a Kvitsfjell, Norvegia, Ghedina s’impose davanti a una leggenda mondiale della bravura, della costanza, del talento di Hermann Maier interrompendo il dominio della squadra austriaca, imbattuta in questa disciplina da due anni. A fine stagione risultò ancora, come nel 1997, 4º nella classifica generale di Coppa del Mondo e 2º in quella di discesa libera.
L’ultima vittoria di Kristan Ghedina è datata 14 dicembre 2001 quando sulla Saslong in Val Gardena, quando batté un altro grandissimo avversario, il norvegese Lasse Kjus, e l’altro azzurro Kurt Sulzenbacher. A Selva di Val Gardena il nostro azzurro di punta ha vinto in carriera per ben 4 volte, tante come i grandi austriaci Franz Klammer e Michael Walchhofer.
L’Austria, è cosa nota, ha una grandissima tradizione, nella Discesa Libera. E il popolo di quella nazione gli ha tributato una autentica “OLA”, come si fa negli stadi sudamericani e spagnoli per i grandi dello Sport: accade il 24 gennaio 2004 quando si produsse in una pericolosissima spaccata sull’ultimo salto del rettilineo d’arrivo a oltre 137 kilometri orari. Non vinse la gara ma fu accolto da trionfatore, al traguardo. Dirà Markus Wasmeier: «Quel che resterà di te sarà la spaccata in volo a Kitzbühel. Solo tu la potevi fare».
Nel 2006 a Torino partecipa ai Giochi Olimpici invernali ma sarà 23esimo. E il 26 aprile annuncia il ritiro dal Circo Bianco per dedicarsi all’automobilismo. Sarebbe tornato sugli SCI in occasione dei Campionati Italiani del 2009 a Passo San Pellegrino. Il 25 marzo arrivò 6° a 79 centesimi dal vincitore, Stefan Thanei. Nel 2010 a Falcade fu 23°, ultima gara di un percorso davvero intenso.
Parliamo della sua parentesi automobilistica, che inizia nel 2006 e termina nel 2010. Nel 2007 al primo campionato italiano, è 7° assoluto. Il miglior anno è il 2009, quando nella Categoria Superstars, arriva a battersi per il titolo a piloti che hanno fatto da collaudatori in Formula 1 quali sono stati Pierluigi Martini e Gianni Morbidelli.
Chiusa la sua esperienza sulle quattro ruote, Kristian Ghedina rientra sulle piste da neve come Allenatore di Sci Alpino, siamo nel 2011. Per cercare altri talenti, coraggiosi e tecnicamente spontanei, come è stato lui.