Maestre d’Acciaio di Terni. La questione che in questo inizio di anno sta tenendo sulla graticola Miur, Avvocatura dello Stato e sindacati è quella che si è venuta a generare a seguito del pronunciamento del Consiglio di Stato dello scorso 20 dicembre. La sentenza dell’Adunanza Plenaria ha gettato nello sconforto oltre 40mila insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia in possesso di diploma magistrale abilitante che si sono trovati a dover fare i conti con il seguente pronunciamento: per insegnare il requisito minimo è la laurea, chi non ne fosse in possesso dovrà essere espulso dalle GaE e reinserito nelle graduatorie d’Istituto.
Anni di insegnamento gettati al vento, la possibilità di una stabilizzazione che diventa un’utopia e il rischio, più che mai concreto, di ripartire da zero anche dopo un servizio di lungo corso. Radio Cusano campus ha contattato uno dei membri del Coordinamento delle Maestre d’Acciaio di Terni, la maestra Bianca Maria Magnozzi, perché sul territorio umbro sono circa 900 le maestre a vivere questa situazione di drammatica precarietà:
“Dopo l’importante partecipazione allo sciopero e alla manifestazione dell’8 gennaio sotto il MIUR a Roma e dopo un’intensa ed articolata discussione sulla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato il valore abilitante del diploma magistrale con ripercussioni lavorative su 50.000 maestre (900 delle quali in Umbria), l’assemblea ha concordato sulla redazione di una piattaforma di richieste che sarebbero necessarie per fronteggiare la questione e ristabilire un principio di equità e giustizia”.
“Abbiamo richiesto l’emanazione di un decreto legge immediato che garantisca il mantenimento del posto di lavoro per chi è stato immessa in ruolo o deve superare l’anno di prova nel corrente anno scolastico, la permanenza nelle GAE, in base al servizio acquisito con scioglimento delle riserve e l’immissione in ruolo per tutti i precari della scuola con 3 anni di servizio”.
Oltre alla piattaforma l’assemblea auspica la convocazione di un’assemblea nazionale che definisca forme di lotta collettive. Si promuove la stesura di un documento da proporre in delibera ai collegi docenti delle scuole.
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