Davide Cassani
Parliamo di un grande personaggio, impegnato su strada come Ciclista e oggi Commissario Tecnico della squadra nazionale azzurra, già, proprio il ruolo che per diversi decenni, con risultati meravigliosi, forse irripetibili, è stato di Alfredo Martini. Lo sportivo di oggi è Davide Cassano, nato il 1° di gennaio 1961 a Faenza. Come atleta è stato un ciclista professionista dal 1982 al 96, e ha vinto due tappe durante i diversi Giri d’Italia frequentati.
Cassani è cugino di Roberto Conti, come lui professionista e come lui cresciuto a Solarolo. Il generoso Davide entra nel ciclismo d’élite con la Termolan del direttore sportivo Bruno Reverberi. Quattro anni dopo lo chiama la Carrera, uno squadrone, fatto di campioni del livello di Claudio Chiappucci, Roberto Visentini e Stephen Roche. Nel 1988 Cassani passa con la Gewiss Bianchi di Moreno Argentin, che due anni prima era diventato Campione del Mondo a Colorado Springs. L’emiliano è conosciuto per la propensione alle fughe, è visto come uno dei più efficaci gregari del periodo.
Nel 1990 Davide Cassani passa all’Ariostea, dove rimarrà per 4 anni, nel 95 firma per la MG Maglificio-Technogym. L’anno appresso alla Saeco ma viene investito da un’automobile e deve interrompere la carriera agonistica.
I migliori risultati ottenuti in quelle che vengono definite nell’ambiente delle due ruote “corse di un giorno”: vince 27 volte durante i 14 anni di corse nei quali ha partecipato a 1500 corse, ben 9 Tour de France, nei quali indossa la “magliaa pois”, quella della classifica a punti, e da noi frequenta 12 volte il Giro d’Italia. Non vanno dimenticati i 9 Campionati del Mondo per i quali è stato convocato in azzurro.
Fra i suoi risultati di spicco un 7° posto al Mondiale 1988 che si è disputato a Renaix, in Belgio, nel giorno in cui la maglia iridata la conquista il nostro Maurizio Fondriest. Cassani vince il Giro dell’Emilia per tre volte, nel 1990, nel 91 e nel 95, è primo alla Milano-Torino del 1991; lo stesso anno in cui ottiene la sua prima vittoria di tappa al Giro, cosa che bisserà nel 93. Sempre nel 91 Davide vince il Trofeo dello Scalatore, un tradizionale appuntamento per i ciclisti su strada. Ai Mondiali dello stesso anno è 9°, a Stoccarda, quando vince la medaglia d’oro il nostro Gianni Bugno.
Il primo gradino del podio ritorna per Cassani al Giro del Mediterraneo del 1994. Durante gli anni ’90 vince due edizioni della Coppa Agostoni, altra classica per chi ama le due ruote.
Nelle grandi classiche fuori dall’Italia Cassani è terzo nella Freccia Vallone del 1992, una terza posizione al Giro di Lombardia e nella stessa stagione sportiva è quarto alla Liegi-Bastone-Liegi; tutti piazzamenti che gli permettono di arrivare terzo nella classifica a punti della Coppa del Mondo. Nella sua carriera il faentino è 2° nella Amstel Gold Race superato in una volata a due, a sorpresa, dallo svizzero Mauro Gianetti.
Nel 2007 Davide Cassani scrive un libro su Marco Pantani scritto a sei mani, in compagnia di Pier Bergonzi e Ivan Zazzaroni.
Dal gennaio del 2014 la federazione ciclistica italiana lo ha nominato selezionatore azzurro, una responsabilità importante, per un movimento ampio nei numeri e spesso vittorioso nella storia, qual è il nostro.
Smette gli scarpini da ciclisti nell’aprile 1996 e il direttore di Rai Sport, che è Marino Bartoletti, lo colloca da commentatori tecnico di fianco a un gigante, delle telecronache di Ciclismo, l’indimenticabile Adriano De Zan. Affiancherà il suo successore, Auro Bulbarelli, e nel 2010, Francesco Pancani, altra voce storica, dello sport nella televisione di Stato. Per la RAI va in avanscoperta in bicicletta per spiegare bene le tappe di ogni giorno, finché viene nominato Commissario Tecnico della Nazionale. Cosa che accade il 28 gennaio 2014, come successore di Paolo Bettini, che da atleta aveva vinto un’Olimpiade e un Mondiale.
Davide Cassani ha dimostrato la propria applicazione da gregario e da intraprendente ciclista anche nella fase e nel compito di commento, per la capacità lessicale e descrittiva della tecnica e della tattica da tenere in corsa. Un modo per aumentare il numero degli appassionati del genere.