È tornato a parlare ai microfoni di Legge o Giustizia su Radio Cusano Campus Enrico, fattorino di Bologna, membro di uno dei gruppi di “riders” che stanno cercando di ottenere maggiori diritti e tutele dalle aziende di food delivery per le quali lavorano.

“Si sta muovendo qualcosa – ha raccontato Enrico – ma non ci sono stati grossi cambiamenti specialmente sul piano contrattuale da parte delle piattaforme di food delivery.”

“Ad esempio a Bologna, come Riders Union, i prossimi passi saranno quelli di coinvolgere l’Amministrazione in questa lotta. Abbiamo ottenuto un tavolo di confronto tra il Comune, con l’Assessore al lavoro e ai trasporti, e le aziende. Una sola di queste, però, ha risposto positivamente ed è una realtà bolognese, non stiamo parlando delle grandi multinazionali”.

Il problema è anche trovare un interlocutore

“Per quanto riguarda le grosse aziende come Deliveroo, Just Eat, Glovo è difficile riuscire a creare un dialogo soprattutto per la difficoltà di trovare banalmente un interlocutore. Abbiamo contattato i responsabili risorse umane delle zone  che però possono al massimo fare da tramite con qualcun altro”.

Le richieste dei fattorini sono semplici: avere un minimo di diritti come ogni lavoratore

“Vogliamo garanzie minime. In linea comune se uno si fa male si “attacca”. Nella mia compagnia, che è bolognese quindi locale, ci è stata concessa un’assicurazione per responsabilità verso cose o terzi anche se dal punto di vista degli infortuni, almeno io, non ho nulla in mano. Su altre piattaforme, alcuni rider hanno contratti di lavoro cococo con i quali si copre una piccola parte degli infortuni. Purtroppo la situazione non è chiara neanche in questo senso”.