Woebot, lo psicologo virtuale, fa storcere il naso: un sistema di messaggistica non può sostituire l’impatto emotivo che si crea con uno psicoterapeuta reale. Questo il punto di vista della stragrande maggioranza degli esperti che hanno commentato la notizia, sui social network, poche ore fa. Soltanto Maurizio, ascoltatore di Radio Cusano Campus, ha parlato di psichiatria 3.0 e della possibilità che il sistema possa interessare i nativi digitali.
Anche Antonietta Mupo, psicologa, e psicoterapeuta, si è pronunciata a riguardo, affermando che la notizia è stata proposta male: “C’è un errore giornalistico, il termine psicoterapia non è adatto. Basta sostituire questo termine. Woebot è un simulatore, un risponditore, qualcosa che vuole essere un assistente virtuale. L’OMS ci mette di fronte ad una realtà tangibile: l’aumento della depressione, non c’è abbastanza psicoterapia. Molte persone non possono permettersi di farsi curare privatamente. Woebot è un ausilio che raccoglie dati e dà delle risposte. Avrei passato la notizia in questo modo, come un ausilio.”
“La psicoterapia funziona perché funziona la relazione con quel singolo terapeuta. Si crea questo legame che spinge al cambiamento. L’approccio cognitivo comportamentale, che sembrerebbe essere il punto forte di Woebot, funziona su certe precise patologie. E funziona coi pazienti se si è uno di fronte all’altro”, ha aggiunto Mupo, a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus.
Woebot sottrae al paziente la capacità di autogestire le emozioni
Mentre la dottoressa Veronica Simeone è sembrata più neutrale sulla questione: “Woebot usa un’intelligenza artificiale, la macchina impara a conoscere chi ha di fronte in base alle risposte che la persona gli dà. Riempie il buco della reperibilità. C’è una macchina che in piena notte ti può dire quale tecnica utilizzare in quel momento, e toglie al paziente la capacità di autogestirsi. La psicoterapia ti aiuta a gestire le emozioni, in assenza dello psicoterapeuta. E’ una macchina che ascolta, non è un ascolto comprensivo, empatico, rispettoso.”