Viciani jr e il rossoverde come seconda pelle. «Terni ha rappresentato per mio padre la città d’elezione dal punto di vista sportivo-lavorativo, nonostante sia stata sempre una città di sinistra, cosa che non apparteneva a mio padre che era quasi monarchico. Terni gli è rimasta nel cuore anche quando negli ultimi anni della sua vita la malattia se l’era preso, quando in tv sentiva il nome della Ternana o di Terni, nei suoi occhi c’era sempre un lampo».

Tra passato e presente, tra amarcord e attualità. Nel giorno della partenza per il ritiro di Castiglion Fiorentino, Radio Cusano Campus  ha raccolto i ricordi Dario Viciani, momenti di sport ma anche di intimità, di famiglia. Dario ha ricordato l’attaccamento di suo padre ai colori rossoverdi, quel Viciani che ha segnato un pezzo importante della storia delle Fere con la promozione in serie A.

«Lui – sottolinea il figlio Dario a Radio Cusano Campus – aveva un’idea molto lontana dal calcio italiano dell’epoca, che era fatto di squadre lunghe e il libero staccato, almeno fino all’avvento di Sacchi. Lui ha sempre cercato di riproporre il modulo adottato alla Ternana, con la squadra corta, senza però troppo successo, tranne a Palermo. Non è vero che lui diceva che aveva adottato quel sistema di gioco perché i giocatori non erano di qualità, lui – racconta ancora Dario – riteneva che giocare un calcio corto fosse più facile perché non consegnavi la palla agli avversari. Mi sembra che si voglia ridimensionare l’importanza dei calciatori e la si tolga all’allenatore, che non può certo vincere un campionato di serie B se non ha buoni giocatori. Mio padre ha innovato il metodo d’allenamento, aveva capito che bisognava correre più degli altri».

Viciani è riuscito a veicolare la sua passione per la Ternana anche ai suoi familiari: «Nella mia famiglia continuiamo a seguire le Fere, tutti i sabati guardiamo la partita e ci arrabbiamo perché quest’anno siamo un po’ in credito con la fortuna. Speriamo che il 2018 ci restituisca quello che ci ha tolto in quest’ultima parte di 2017, dove il caso e anche gli arbitri ci hanno giocato un brutto scherzo. Speriamo che Castiglion Fiorentino porti un po’ di fortuna – prosegue Dario Viciani – Pochesci è un personaggio sui generis, non è mai banale, anche in certe sue uscite. Per quanto riguarda il gioco, mi pare che l’Unicusano Ternana, a detta di tutti, giochi un calcio gradevole da vedere. Questo senz’altro è merito del mister”.