Antonio Fiumefreddo, ex amministratore unico di Riscossione Sicilia, ha commentato così ai microfoni di “Legge o Giustizia” su Radio Cusano Campus condotto da Matteo Torrioli la decisione di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars, di abolire il tetto agli stipendi dei dirigenti.

“Pensavo fosse uno scherzo. Ho considerato questa scelta come una offesa nei confronti di chi lavora e della povera gente. Non credo che il primo problema della Sicilia fosse questo. Io avrei abbassato ulteriormente il tetto”.

 “Questa è una politica gravissima perché tende a svolgere una politica clientelare nei confronti dei componenti della casta siciliana. Miccichè ha fatto una cosa grave e dolosa. Basta considerare quante persone lavorano in Regione. Si comincia alzando gli stipendi ai dirigenti per poi fare lo stesso con tutti gli altri. Questo significa avere una macchina di voti”. Quando era amministratore di Riscossione Sicilia Fiumefreddo scoprì che i deputati siciliani, tra questi il neo presidente Nello Musumeci, non pagavano le tasse: “Qui ci fu una lunga polemica. I destinatari di certi provvedimenti dicevano che si trattava della solita “macchina del fango”, come se chiedere di pagare le tasse fosse un attacco personale per screditare qualcuno.

Non a caso, dopo l’elezione del Presidente Musumeci ho rassegnato le mie dimissioni anche se il mio mandato scadeva nel 2019.

Il Tribunale ha detto che io avrei dovuto mantenere l’incarico in prorogatio ma non mi consentono di entrare nei locali della società. Io trovai una società con un deficit di 17 milioni di euro. Dopo due anni siamo riusciti ad avere un attivo di 3 milioni di euro. Quando la società era in passivo tutti i politici siciliani la difendevano e la rifinanziavano. Quando è andato in attivo il 9 d’agosto l’assemblea regionale ha deciso di scioglierla ed ancora oggi non si sa nulla. Si è voluto sciogliere la società per far fuori me. Cosa faranno? Creeranno una nuova agenzia eleggendone alla guida uno dei tanti polli da batteria che continuerà a coprirli”. Secondo Fiumefreddo la Sicilia è spacciata: “Questa terra è condannata da questa classe politica e dai siciliani che la votano ad una desertificazione che prima che climatica è civile, economica e sociale”. Cadono, intanto, una dietro l’altra tutte le accuse fatte nei confronti di Fiumefreddo, comprese alcune querele: “Chi pensa che il metodo mafioso colpisca solamente sparando si sbaglia. Oggi vi è una capacità sofisticata di dossieraggio. Chi tocca “loro” deve morire civilmente. Certe violenze fanno male più che perdere la vita”.