Alessandro Andrei

Quei lanci diventati d’Oro

 

Oggi parliamo di Atletica Leggera, o quasi: infatti per appartenenza va definita tale, ma il Lancio o Getto del Peso è fatto per esponenti fisicamente dotati, di forza, di muscoli e tecnica. Alessandro Andrei da Firenze è stato uno degli atleti più amati degli anni 80 e 90, nel panorama italiano, capace di imporsi a livelli assoluti. Nasce il 3 gennaio del 1959 e vince a 25 primavere, Los Angeles 1984, la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici americani. Nello stesso anno il pesista fiorentino consegue il bronzo agli Europei Indoor ossia al coperto.

Ma andiamo a fondo nella storia di questo poderoso Maciste capace di tenere davanti ai televisori milioni di italiani, come era già successo per Pietro Paolo Mennea Freccia del Sud, per la stupenda farfalla veronese Sara Simeoni, per la corregionale e mezzofondista Gabriella Dorio, padovana, anche lei d’oro, a Los Angeles. Alessandro Andrei inizia a lanciare il peso a soli 16 anni, nel 1975, con la società ASSI Giglio Rosso Firenze, con la guida tecnica di Roberto Piga. Dopo due anni è Juniores e vince il titolo italiano di categoria vivendo qualche mese dopo l’esordio internazionale, ai Campionati Europei degli stessi diciottenni, che si svolgono a Donestk, allora russa oggi ucraina: giunge 9° arrivando a lanciare il peso a 16 metri e 29 centimetri.

Il giovane studente di Firenze è alto 191 centimetri per un peso forma che, negli anni, diventerà inferiore ai 120 chilogrammi, esattamente 118. Si allena 6 ore al giorno, tanto, per incrementare le prestazioni sul suolo nazionale e cominciare a distinguersi almeno a livello continentale. Due training quotidiani, uno sul campo di allenamento, l’altro, per il potenziamento muscolare, in palestra.

Nel 1981, 22enne, va agli Europei al coperto che si consumano a Grenoble, Francia: Alessandro Andrei è buon 4° con 19 metri e 34. Arriva in finale nell’edizione dell’anno dopo, a Milano, dove arriva 5°. Nel 1983 a quelli di Atene, casa naturale di Olimpia e di chi ha il sacro fuoco per lo Sport, dentro, giunge soltanto in finale ma è un comprimario. La prima medaglia internazionale arriva ai Giochi del Mediterraneo a Casablanca dove ottiene una signora medaglia d’argento. Vive a 24 primavere, 1983, la stupenda esperienza dei Primi Campionati del Mondo, quelli che celebrarono Cova a Helsinki nei 10000 metri, per intenderci: Alessandro Andrei supera i 20 metri ma è solo 5°, in un panorama mondiale affatto semplice, da conquistare.

Il 1984 è l’anno delle Olimpiadi, le seconde, che subiscono un boicottaggio. Nel 1980 erano stati i ridicoli politici d’America a contaminare lo sport con le loro demagogiche deduzioni; stavolta, in California, toccherà ai russi, rovinarle al mondo sportivo statunitense, chiamato a organizzarle. Il livello tecnico manca di Ulf Timmermann e Udo Beyer, con i paesi dell’Est Europa che seguono la grande Madre Russia. Alessandro Andrei non può pensare a chi c’è e chi no: nelle manifestazioni che precedono i giochi olimpici è costante, nel suo progresso in pista, e arriva spesso oltre i 21 metri, lanciando fino a 21 e 50. Gli si mettono due statunitensi, a sbarrare la strada, Dave Laut, 20,97, e Mika Carter, 21 e 9 centimetri. Al terzo lancio Andrei va in testa e non mollerà più il gradino più pregiato della classifica, e conseguentemente del podio: il toscano fa 21 e 26 ed è il primo atleta italiano a vincere l’oro nel Getto del Peso, in un’Olimpiade, dopo essere giunto 3° a Goteborg agli Europei Indoor diversi mesi prima.

Dopo l’oro a cinque cerchi Andrei partecipa nel 1985 alle Universiadi di Kobe, Giappone, arrivando al primato personale di 21 e 95, con il chiaro traguardo a 22 unità di misura. Il 26 agosto 1986 a Viareggio, a due passi da casa, riesce ad arrivare a 22 metri, durante il popolare meeting di Atletica a cui partecipano sempre sportivi provenienti da tutto il mondo. Agli Europei di Stoccarda si ferma a un solo centimetro dal bronzo ottenuto dal tedesco orientale Udo Beyer: una beffa.

Quando gareggerà nella seconda edizione dei Campionati del Mondo, Roma 1987, arriverà alla medaglia d’argento, comunque una grandissima soddisfazione, da campione olimpico in carica. Vince con 22,23 lo svizzero Werner Günthör.

Il record mondiale di 22 metri e 91 firmato da Alessandro Andrei durerà un anno, fino al 22 maggio 1988 quando il tedesco dell’Est Timmermann lancia a 23,6 centimetri risultando il primo uomo a superare la barriera dei 23 metri.

Gli allenatori di Andrei sono stati, all’inizio e nello sviluppo Roberto Piga, poi Ekkart Arbeit. Nello stesso anno dei mondiali romani, il 12 agosto, diventa tre volte primatista planetario, nella stessa manifestazione. Una perla dopo l’altra. Al termine della carriera l’atleta delle Fiamme Oro avrà vestito per 63 volte la maglia dell’Italia, tanto per far comprendere quanto determinato e continuo sia stato Alessandro Andrei.

Come in tutte le belle storie è fisiologico, soprattutto nello Sport, che ci sia una parabola discendente: a Seul 1988 chiude solo 6° lontano dal terzo gradino del podio di un metro e mezzo. Il resto riguarderà posizioni più anonime, negli anni che ne hanno chiuso il percorso agonistico, come la 7° posizione nel 1989 a Budapest, Mondiali Indoor, e nel 1990 quando fu 3° in Coppa Europa, in uno dei suoi ultimi acuti. Seguono due titoli italiani.

Nel 1991 a Siviglia, Mondiali al coperto, e ai Mondiali di Tokyo su Pista, e ancora a Barcellona, nelle Olimpiadi del 1992, sarà soltanto in grado di arrivare in finale senza pungere ancora.

Nonostante abbia superato i 33 anni Andrei prosegue con tenacia la strada di atleta mentre si sono già ritirati i suoi storici avversari, Udo Beyer, Ulf Timmermann, Werner Günthör e Klaus Bodenmüller. Alessandro Andrei nel 1993 arriva a cogliere il secondo argento ai Giochi del Mediterraneo. Ma in Italia cresce la qualità di Paolo Dal Soglio, che ne mette in discussione la leadership nazionale. Così nel 95 il toscano partecipa al suo quarto e ultimo campionato del mondo senza arrivare in finale. Goteborg amara, dunque. Ma nel 97 a Bari, ancora ai Giochi del Mediterraneo, vince la Medaglia d’Oro.

Resterà di lì in poi in pista con il record italiano degli Over 40 con 19 metri e 7 centimetri. Arrivato nel 2004 a 45 anni, lascia l’attività agonistica. E’ stato uno dei più longevi, e tra i più benvoluti del panorama nostrano, senza dubbio.

Per il resto Andrei è rimasto nella Polizia di Stato che lo ha assegnato a un reparto diverso da quello sportivo, e si è sposato a Firenze con l’ex discobola e lanciatrice del peso Agnese Maffeis. Va ricordato che il buon Alessandro è stato 8 volte campione nazionale di Getto del Peso e 4 volte tricolore indoor.

Il 25 giugno 2014 l’allora presidente Napolitano lo ha nominato Commendatore d’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.