Donovan Bailey
Il canadese Donovan Bailey è stato un grande talento del mondo dell’Atletica Leggera nella velocità. Nasce a Manchester ma non quella inglese bensì quella giamaicana, il 16 dicembre del 1967: emigrò in Canada a 13 anni sognando di fare strada, nell’high school come al College, nella Pallacanestro. Ma tra un libro di Economia e l’altro scopre l’Atletica Leggera a 20 anni mentre osservava suoi compagni accademici durante la pratica delle discipline della pista mentre correvano per essere selezionati con la squadra nazionale canadese. Dove lui fu chiamato appena due anni dopo, a 23. Gareggia quando capita fino al 1994 quando incontra l’allenatore del Canada, Dan Pfaff, che lo convince a mettere anima e corpo negli allenamenti, a tempo pieno, con un solo limite: comprendere fino in fondo, se possibile, le enormi potenzialità del giovane laureando Donovan.
La sua carriera sarà breve ma intensa e coronata da soddisfazioni di fama mondiale. Comincia con l’Oro ai Giochi del Commonwealth con la 4×100, la staffetta più veloce che ci sia sull’anello. Ma è dodici mesi dopo, che stupisce un intero pianeta. E’ oro, individuale, nei 100 metri piani ai Campionati del Mondo di Atletica di Goteborg, Svezia, davanti al compagno nella staffetta canadese, Bruny Surin, e al più temibile Ato Boldon. E vince un secondo titolo mondiale con la 4×100 davanti ad Australia e Italia, con un tempo clamoroso: 38 secondi e 31 centesimi.
Sul piano tecnico è di uno stile invidiabile, per come utilizza in maniera equilibrata il motore della sua potenza, gli arti inferiori. Tanto che la critica lo accosta ai due più grandi di sempre, gli unici a vincere 4 titoli olimpici nella medesima manifestazione: Jesse Owens, leggenda assoluta, e Carl Lewis, il suo erede in fatto di medaglie d’oro.
Da Campione del Mondo ai Giochi Olimpici dell’anno successivo, siamo ad Atlanta, nel 1996, è lui, a essere indicato quale favorito assoluto. Non deluderà le aspettative. Stabilisce il nuovo record assoluto che era di Leroy Burrell, che aveva corso i 100 metri in 9”85; lui scende di un centesimo.
In Canada sono orgogliosi di aver ridato al mondo intero un atleta capace di far scordare la vergogna di Ben Johnson ai Giochi di Seul del 1988. Donovan Bailey porta la staffetta canadese ai Mondiali di Goteborg al successo: la 4×100 biancorossa conquista l’oro iridato con 37 secondi e 69. Questa grande impresa nella stessa rassegna permise a Bailey di diventare il secondo atleta, dopo lo statunitense Carl Lewis, a detenere contemporaneamente titolo olimpico e mondiale nei 100 metri e il record mondiale della specialità.
Ma come i grandi campioni sanno, arriva sempre qualcuno più bravo di te. Nel 1997 Donovan Bailey ha 30 anni, e riuscì a sfidare sui 100 metri Michael Johnson, proprio quello che ha battuto il record di Pietro Paolo Mennea sui 200 dopo 17 anni! Si gareggia a Toronto, in casa di Bailey, recordman dei 100 piani. E per fare una cosa rispettosa nei confronti delle due specialità rappresentate, la distanza di questa particolare sfida è sui 150 metri, cosa inconsueta, per le gare cui la storia ci ha abituato, ma non meno affascinante. Il problema è che Johnson si infortuna dopo soli 100 metri e il grande montepremi, 1 milione e mezzo di Dollari, va a Bailey.
Due mesi dopo Johnson si riprende e la rivincita avviene sui 200 metri, il palcoscenico è Berlino, Olympiastadion. Corre anche un certo Green. Johnson vince in 19”84 centesimi che lo conferma il più veloce di sempre, sulla specialità che rese oro a Mosca il nostro Mennea 17 anni prima.
Bailey l’anno dopo partecipa ai Campionati Mondiali di Atene, siamo nel 1997, e trova pane per i suoi denti: l’erede è Maurice Green, che lo batte con 9”91 centesimi, e terzo è Tim Montgomery. Nonostante questa battuta d’arresto, nella staffetta non ce n’è per nessuno. Bailey e il Canada volano via con 37”86 ed è oro nella 4×100, ancora una volta. E’ ultima grande vittoria di una strada agonistica iniziata tra i 23 e i 24 anni e terminata appena a 31 primavere.
Nel 1999 Maurice Greene stabilì il nuovo record mondiale dei 100 metri con 9”79, a quasi 3 anni da quanto fatto sulla pista da Bailey. Che, va detto, ha pagato dazio ai tanti infortuni, in particolare ai tendini, non riuscendo più a confermarsi, ai livelli mondiali ottenuti. Infatti ai Giochi Olimpici di Sidney nel 2000, colpito addirittura da una recente polmonite, non supera le batterie dei quarti di finale. Bailey si ritira nel 2001 a soli 34 anni dopo aver vinto cinque medaglie d’oro tra Olimpiadi e Mondiali, un signor bottino. L’atleta del Canada ancora oggi detiene il record del mondo sui 50 metri indoor, cioè al coperto, con il cronometro fermato a 5 secondi e 56 centesimi, ottenuto nel 1996.
Oggi presidente della società fondata da lui stesso, la DBX Sport Management, realtà che aiuta gli atleti dilettanti canadesi a svolgere la pratica sportiva.