Motodomani. Da quando è comparsa la prima moto, grazie all’intuizione dell’inventore francese Louis-Guillaume Perreaux il quale realizzò nel 1869 il Vélocipede à Grande Vitesse utilizzante un propulsore a vapore, le vendite di motociclette sono passate da pochi esemplari a centinaia di milioni di unità vendute in tutto il mondo.

Nell’industria mondiale della motocicletta le case produttrici giapponesi hanno mantenuto la leadership praticamente fino a tutti gli anni ’60 in modo particolare attraverso le punte di diamante della ricerca della Honda, Yamaha, Suzuki e Kawasaki.

Dall’inizio degli anni ’70 però, la produzione mondiale di motocicli comincia a spostare il baricentro dalle case giapponesi ed europee, verso l’Asia continentale (la Cina supera il Giappone all’inizio degli anni ‘90) fermo restando il ruolo dominante del Giappone nel settore delle grosse cilindrate. Ma di quali numeri stiamo parlando esattamente? E quali sono i paesi ad oggi che fanno uso massiccio di cicli e motocicli? Mentre è facile indovinare quali sono nel mondo i paesi dove è maggiore l’uso quotidiano di biciclette, potrebbe sorprendere vedere chi è ai primi posti per uso estensivo di moto nella vita quotidiana della popolazione. Paesi bassi e Danimarca, come prevedibile, sono i paesi dove insiste la percentuale più alta di popolazione che usa giornalmente una bicicletta per gli spostamenti abituali. Queste due nazioni hanno percentuali che sono più o meno quattro e tre volte, rispettivamente, la media globale per l’utilizzo giornaliero delle bici. Seguono Svezia, Giappone e Germania.

Figura 1 Mappa del mondo dove l’area delle nazioni è proporzionale al numero di biciclette e motociclette: Asia ed Europa sono evidentemente le regioni dove la popolazione fa più uso di questo tipo di trasporto. © Copyright Worldmapper.org / Sasi Group (University of Sheffield) and Mark Newman (University of Michigan).

Chi invece basa allo stato attuale la maggior parte della mobilità su due ruote motorizzate, sono Vietnam, Indonesia, Taiwan, India e Pakistan dove percentuali gargantuesche della popolazione si sposta praticamente esclusivamente in motocicletta.

Il Vietnam, per citare un caso tipico, vede circa l’80% della popolazione in sella a qualche motore a scoppio mentre in Indonesia almeno il 60-70% fanno uso giornaliero di qualche motociclo. Ad Hanoi, capitale del Vietnam, ci sono ad oggi più motociclette che nuclei familiari; la ragione di questa prosperità industriale nella regione del sud-est asiatico riposa proprio sulla lotta sino-giapponese degli anni ’90, quando molte case produttrici giapponesi tentarono di aprire basi soprattutto vietnamite. L’Asia quindi è, prevedibilmente, la parte del mondo dove le motociclette sono più diffuse in assoluto allo stato attuale. Sri Lanka, India, Nepal, Filippine, Pakistan, Indonesia, Tailandia sono tutte nazioni in cui si prevedono aumenti significativi di vendite nel medio lungo termine.

Già il mercato globale di motocicli ha visto un suo massimo storico nel 2010 con una media di vendite di 55 milioni di unità ogni anno almeno fino al 2015, ma è evidente che l’inclusione di mercati nuovi specialmente per ciò che riguarda le zone emergenti a basso reddito farà superare presto la soglia di 60 milioni di unità per il 2020 con proiezioni che arrivano fino a 70-74 milioni entro il 2025. Basti comunque pensare che solo nel 2015 tra India, Cina, Indonesia e Vietnam si sono superati i 35 milioni di due ruote vendute e la scelta del modello viene fatta sempre di più attraverso la rete, mentre sono in netto calo le decisioni prese con metodi tradizionali quali ad esempio pubblicità su carta stampata e fiere.

Riepilogando: le regioni Asia-Pacifico dominano il mercato delle moto ma si limitano a modelli relativamente piccoli ed economici collezionando tuttavia l’84% di tutti i colli venduti ad esempio nel 2016. Le vendite globali di motociclette vedranno un incremento importante a causa dell’aumento degli standard di vita delle nazioni in via di sviluppo soprattutto in riferimento alla Cina dove però importante sarà anche la fetta di mercato riservata ai veicoli elettrici. Questo deriva dal fatto che c’è una forte correlazione tra incremento di domanda di motocicli e reddito pro capite almeno a partire da una certa soglia di reddito che fa scattare l’opzione del trasporto privato privilegiandolo a quello di massa.  I motocicli leggeri rimarranno dunque i più venduti all’interno del mercato dei motori a combustione poiché questa tipologia è l’unica che offre i migliori attributi di basso costo coniugati a relativamente alte potenze dei motori (scooter e ciclomotori), e-bike e biciclette a pedalata assistita saranno invece maggiormente venduti in Cina dove c’è grande richiesta ma anche grandi riserve nei magazzini di pezzi già pronti alla vendita nel prossimo quinquennio. Nel resto del mondo i mezzi a pedalata assistita resteranno, al contrario, prodotti di nicchia.

Pietro Oliva

Motodomani: Referenze bibliografiche

Sperling, D., Claussen, E. Motorizing the developing world.

“Access” 24: pp.10-15. (2004).

Metin SENBIL, Junyi ZHANG, Akimasa FUJIWARA, MOTORIZATION IN ASIA: 14 Countries and Three Metropolitan Areas, In IATSS Research, Volume 31, Issue 1, 2007, Pages 46-58, ISSN 0386-1112,

http://www.worldmapper.org/posters/worldmapper_map32_ver5.pdf