Bambini al ristorante: gestire la vivacità di un figlio, per un genitore, può essere complicato, come fare? Ne abbiamo parlato a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus, con Nicola Santini, giornalista, scrittore, ed esperto di galateo. 

Arrivano le regole dove non arriva il buon senso?

“Non esistono bambini maleducati, non si può parlare di maleducazione nel caso di bambini molto piccoli. Esistono genitori che non sanno educare. I bambini nei locali pubblici dovrebbero essere un piacere, non un divieto, bisognerebbe chiedersi se arrivano le regole dove non arriva il buon senso”, ha affermato Santini.

Bambini al ristorante, perché sono ingestibili?

Perché non è stato spiegato come dovrebbero comportarsi. “Laddove non arrivano le regole, non arrivano neanche i divieti. Il genitore dovrebbe mantenere una linea di condotta generale morbida, non pensarsi ospite a casa di amici, e parenti, senza che i figli conoscano le regole.  Non si va alla maratona di New York senza aver conosciuto, prima, la fase di allenamento. Bisogna insegnare ai bambini a stare a tavola, a casa, tutti i giorni. Uscendo non noteranno la differenza, se non nell’ambiente. Le prime regole le impariamo a casa. Tutto quello che è complicato semplicemente non è nelle nostre abitudini. La capacità di apprendimento dei bambini è di gran lunga superiore a quella di un adulto”, ha aggiunto l’esperto. 

Esistono anche catene di ristoranti dove le famiglie ben educate vengono premiate con sconti, evidentemente si tratta di rarità. Ma anche, le famiglie con bambini chiassosi sono talmente disturbanti che è tempo di correre ai ripari, definendo meglio le regole comportamentali da osservare. 

“Oggi sei premiato se ti comporti bene con una promozione monetaria? Vuol dire che siamo talmente assuefatti alla maleducazione che appena incontriamo una persona, che sa comportarsi, sgraniamo gli occhi. L’idea di scontare le consumazioni dei meglio educati, spero non sia vista come un sistema per far soldi e avere più clienti” – ha osservato Nicola Santini – “ma come un modo di selezionare secondo la regola inossidabile del dare il buon esempio.”

Ascolta qui l’intervista integrale